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Tre pagine di Rep. Una contro Nordio, le altre due pure
Di un livello come nemmeno al grande Scalfari riuscì. Unica consolazione, dati gli amici di cui Nordio si circonda, la granitica cultura garantista che li farà fuggire a gambe levate da ogni onesta proposta di riforma dell’ingiustizia
Tre pagine d’esordio di Repubblica dedicate, la prima, a Carlo Nordio: “il capo di una Giustizia che cercava Giustiniano trovando invece il suo Nerone”. La seconda, contro Carlo Nordio: ex magistrato traditore da sempre, esploso di recente dato il ruolo politico. In quanto scudiero, o se vogliamo alfiere, della vera separazione pretesa in questi anni: “quella tra la magistratura e la sua indipendenza”. Ciò che ha mostrato, tra l’altro, intelligenze nuove e insospettabilmente vivaci nella redazione diretta da Molinari. Poi la pagina tre. Contro Carlo Nordio. Ometto il quale, osando mettere in dubbio la lealtà dei pm in numerose indagini, oltreché l’abuso di intercettazioni per fini talora discutibili, ha finito per intercettare soltanto la volgarità di se stesso. Capito? Robaccia alla Repubblica. Di un livello, però, come nemmeno al grande Scalfari riuscì. Unica consolazione, dati gli amici di cui Nordio si circonda, la granitica cultura garantista che li farà fuggire a gambe levate da ogni onesta proposta di riforma dell’ingiustizia. Finirà così: con una montante marea di merda. Che puzzerà. Eccome se puzzerà. Sarà l’occasione per sommergere, quindi di collegare, l’agognata unità tra territori e centri storici.