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Qualche domanda su Gian Carlo Caselli
Nella sua polemica con i programmi di Nordio, l'ex magistrato ha scritto che chi volesse separare le carriere delle toghe tra pm e giudicanti, o chi intendesse abolire l’obbligatorietà dell’azione penale, sarebbe nient’altro che un mascalzone e un parafascista. Un ripassino di Falcone no?
Un altro anno sta terminando, noi stiamo diventando molto anziani, mai stati delle cime, mai stati capacissimi di distinguere le cose importanti dalle nostre manìe, motivo per cui, piaccia o no, finiremo per continuare a valutare le nostre manìe come cose importanti. Consapevolissimi che magari non lo sono. E tant’è. Ci piacerebbe dunque, lungo l’anno sulla soglia, scovare su di esse qualche soddisfazione, probabilmente minore. Niente di più. Per esempio, questa: nella sua durissima e del tutto legittima polemica con i programmi del ministro Nordio e con le sue intenzioni di riforma della giustizia, un ex magistrato apprezzato e rispettato come il dottor Gian Carlo Caselli ha scritto di nuovo, l’ultima volta qualche giorno fa, che chi, come il dottor Nordio, volesse separare le carriere delle toghe tra piemme e giudicanti, o chi intendesse abolire l’obbligatorietà dell’azione penale, sarebbe nient’altro che un mascalzone e un parafascista. Che potrebbe perfino starci. Solo che il medesimo dottor Caselli, il quale un momento sì e l’altro anche esalta il pensiero eroico e le sublimi insegne del dottor Giovanni Falcone, dovrebbe sapere come il dottor Falcone stesso fosse esplicitamente favorevole tanto alla separazione delle carriere quanto all’abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale. Ecco. Ci piacerebbe finalmente capire, nel corso del 2023, se il celebrato dottor Caselli sia un bugiardo matricolato o semplicemente un ignorante.