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Populista l'Amor nostro? Forse vi confondete
Leggere la definizione dell'Enciclopedia Treccani per schiarirsi le idee
Il Populista nazionale è deceduto. A proposito. La definizione di populismo dell’Enciclopedia Treccani è la seguente: “Atteggiamento ideologico che, sulla base di princìpi e programmi genericamente ispirati al socialismo, esalta in modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di valori totalmente positivi. Mescola anti elitismo, opposizione al sistema e una retorica rivolta alle persone comuni. Tematiche ricorrenti per il populismo di sinistra sono l’anticapitalismo, la giustizia sociale, il pacifismo e l’antiglobalizzazione”.
Pare chiaro. Incompleto, forse, però chiaro. Chiamatene poi i rappresentanti come vi pare: chiamateli Michele Serra, chiamateli Scalfari, chiamateli Berlinguer, Bersani, Santoro, Di Pietro, Di Matteo, Travaglio, Abbate, Ranucci, ovviamente Conte, Grillo, Gabanelli, Stella, De Benedetti o Giletti, o Floris, chiamateli mezzi Mauro o mezzi Mieli, un quinto di Lettà, le parisien, che due quinti di sé era già di suo, chiamateli i sei quinti di Salvini, o con tutti i numeri monegaschi della roulette di Fini, chiamateli con un fischio, abbruttitevi con gli Scarpinato e i Vauro, nominate pure Scanzi, se non vi monta il vomito, tanto il fatto centrale, quello rimane: la merda resta merda.
Ps. Un grazie particolare a D’Alema, che non è riuscito a far morire l’Amor nostro ad Hammamet. Un secondo saluto a Oscar Luigi Scalfaro, grande omuncolo di Staterello, devoto a monachelle tra le più ignoranti e armigero di giustizia fascio- vaccinara. E un terzo saluto a Mieli, raffinato regista dell’avviso di garanzia passato a Napoli sotto dettatura della Procura meneghina, più un altro grazie per aver guidato le manovre-bidone di Napoleone Fini contro l’Amor nostro e sul cui successo politico Mieli garantì l’Avvocato, che poi non solo. Ogni sconcezza, in ogni caso, sempre una spanna sopra Lerner.