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La pianto con Lerner (forse)
Annoio, stufo, esaspero. La mia è una fissazione, una mania, una perversione, scrivo sempre di lui. Ecco le mie condizioni per farmi smettere
Sono ammalato, lo so io per primo. Annoio, stufo, esaspero. La mia è una fissazione, una mania, una perversione, scrivo sempre di Lerner, lo tampino, lo rimbrotto, lo prendo in giro più che posso, lo insulto, perfino. E’ più forte di me. E sbaglio. E chiedo scusa. Ogni volta me lo dico. E ogni volta non c’è verso, ci ricasco. Fa il servitorello di Travaglio? Dovrei passarci sopra. E’ orgoglioso di stare al fianco di gentaglia che ha rovinato e rovina le vite di troppi? Affari suoi. Contribuisce a sputare sopra amici che sa essere per bene? E tace? E non li difende? E si gira dall’altra parte? Farà i conti con la sua coscienza. Si finge vergine in un giornale come il Fatto, dove anche le lampadine sono fissate al soffitto con i nodi scorsoi? Se la vedrà lui. Non vi torturerò più un giorno sì e l’altro pure. Terrò per me le mie fobie. Con Lerner, io la pianto qui. Smetto di nominarlo. Promesso. Da oggi. Se lui la pianta di stravincere tutti i giorni la Champion’s League delle merde.
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