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La pianto con Lerner (forse)

Andrea Marcenaro

Annoio, stufo, esaspero. La mia è una fissazione, una mania, una perversione, scrivo sempre di lui. Ecco le mie condizioni per farmi smettere

Sono ammalato, lo so io per primo. Annoio, stufo, esaspero. La mia è una fissazione, una mania, una perversione, scrivo sempre di Lerner, lo tampino, lo rimbrotto, lo prendo in giro più che posso, lo insulto, perfino. E’ più forte di me. E sbaglio. E chiedo scusa. Ogni volta me lo dico. E ogni volta non c’è verso, ci ricasco. Fa il servitorello di Travaglio? Dovrei passarci sopra. E’ orgoglioso di stare al fianco di gentaglia che ha rovinato e rovina le vite di troppi? Affari suoi. Contribuisce a sputare sopra amici che sa essere per bene? E tace? E non li difende? E si gira dall’altra parte? Farà i conti con la sua coscienza. Si finge vergine in un giornale come il Fatto, dove anche le lampadine sono fissate al soffitto con i nodi scorsoi? Se la vedrà lui. Non vi torturerò più un giorno sì e l’altro pure. Terrò per me le mie fobie. Con Lerner, io la pianto qui. Smetto di nominarlo. Promesso. Da oggi. Se lui la pianta di stravincere tutti i giorni la Champion’s League delle merde.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.