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La fascistissima imbecillità di De Angelis e le omissioni degli squadristi di Repubblica
Gli antisemiti è bene che si tolgano dai piedi. Ma l'ex portavoce del Lazio è stato tragicomicamente definito “revisionista” e sommerso con una tale quantità di spazzatura da doversi dimettere indipendentemente dalle cretinate che ha detto. Accusato da un giornale che fa finta di non ricordarsi cosa è stato il suo fondatore
Gli antisemiti evidenti e conclamanti è bene che si tolgano dai piedi. Punto. Sempre. Punto. Dovunque. Punto. Detto questo, avendo espresso il dubbio che Mambro e Fioravanti non siano stati i responsabili della strage di Bologna del 1980, come scolpito invece da alcuni magistrati con curve di tifosi alla testa, De Angelis è stato tragicomicamente definito “revisionista” e sommerso con una tale quantità di spazzatura da doversi dimettere indipendentemente dalla propria fascistissima imbecillità. Bene.
Ad aver espresso i medesimi dubbi sulla stessa sentenza, dicasi i medesimi del dimissionario revisionista, sono stati, nel tempo, i revisionisti: Rossana Rossanda, Furio Colombo, Liliana Cavani, Sandro Curzi, Giacomo Mancini, Luigi Manconi, Giampiero Mughini, Marco Pannella, Luigi Covatta, Francesco Cossiga, Marco Boato, Ersilia Salvato, Piero Sansonetti, Giovanni Minoli, don Luigi Di Liegro e potremmo andare avanti ore con nomi belli grossi ma piantiamola qui.
Per parte sua, la Repubblica, quotidiano degli squadristi à la page, o se si preferisce dei moderni picchiatori a cottimo, ha fatto bene a omettere come un compositore dei motivetti antisemiti canticchiati da quel cretino di De Angelis fosse stato, fra gli altri, un tale fascistissimo pentitosi al momento giusto e sacralmente chiamato, invece che il Dimissionario, il Fondatore.
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