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Tutti i giorni un cero a Mordecai Richler contro il politicamente corretto
“Chi è politicamente corretto non ha il senso dell’umorismo. Sanno cos’è giusto per te e per tutti. Io diffido di costoro”. Del generale Vannacci compreso, che si propone al contrario ma peggio che identico, quel tipastro politicamente sia corretto che fascistoide
Niente Meloni, niente Salvini, niente Travaglietti, niente Putin e niente Europa. Oggi ci piacere ridire, con una nostalgia lacerante e come si diceva una volta prima di quell’11 settembre maledetto: “se uno è stupido è stupido, non una persona intellettualmente svantaggiata”. Ci piace ridire negri ai neri, senza correggerti in corsa se no sei razzista e con la croce di fuoco; ci piace fingersi antisemiti quando si è invece stramilitanti per Israele; e dire che un mondo “dove si dice delle mignotte che sono operatrici del sesso è un mondo sbagliato.” Figurarsi “escort”. Ci piace ripetere, oggi, che ci stanno sul culo gli scrittori, “specie quelli europei che non fumano sigari e sono galline competitive come dirigenti del settore abbigliamento”; che ci stanno sullo stomaco le “damazze griffatissime tutte col naso rifatto, tutte spinate col laser”; e che ci piacciono le città multietniche, certo che ci piacciono, ma se vado al ristorante giapponese, davanti a sushi e sake, voglio poter prendere il cameriere per la collotola: “Senta, a me piacciono il pesce caldo e il vino freddo. Porti via e vediamo se ha capito, d’accordo?”. Era la ridicolizzazione degli stupidi come contributo alla civiltà: “Chi è politicamente corretto non ha il senso dell’umorismo. Sanno cos’è giusto per te e per tutti. Io diffido di costoro”. Del generale Vannacci compreso, che si propone al contrario ma peggio che identico, quel tipastro politicamente sia corretto che fascistoide. Bon, finita qui. Non cade oggi nessuna ricorrenza per la nascita o per la morte di alcuno. E’ che a Mordecai Richler e a Barney Panofsky andrebbe acceso un cero tutti i giorni.