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A proposito della scelta di Buttafuoco alla Biennale
E’ intelligente, colto, spiritoso, civile, conosce la cultura europea e a un certo punto abbandonò quasi del tutto la prussianissima Tana del Lupo...
Sono contento per la scelta di Buttafuoco alla Biennale. E’ intelligente, colto, spiritoso, civile, conosce la cultura europea e a un certo punto abbandonò quasi del tutto la prussianissima Tana del Lupo. Convertito sciita, ne studia ora la sterminata cultura fin da quando Haxamanis liberò il suo popolo dagli Assiri; studiò quindi il grande Ciro, quando promise pace ai babilonesi; lesse con passione Zoroastro e sa benissimo, Buttafuoco, di quando alcune riforme, riportate nei libri biblici e operanti 600 anni prima di Cristo, già abolivano la schiavitù presentandosi al mondo conosciuto come la primissima Carta dei diritti umani.
Strani tempi, quelli in cui due alti rappresentanti dell’ebraismo venivano rimessi in libertà da quelle parti. Quant’acqua da allora sotto i ponti. Quanto sconvolta la storica e fondante tolleranza, quanto mutati i costumi, da quando le donne persiane godevano più o meno degli stessi diritti dei maschi. Buttafuoco ne conosce senz’altro le virgole, e con nessun compiacimento può accettare il modo in cui vengono trattate oggi le donne in Persia. Se non critica quel modo con tutto se stesso, se non prende le distanza dai turbanti un giorno sì e l’altro pure, sarà senz’altro per qualche nobilissima ragione che lui conosce e agli infedeli dell’occidente sfugge del tutto. Quanto a me e al vasto mondo omosessuale da troppo tempo appeso ai lampioni, in tutta onestà lo voglio confessare: mai e poi mai, ogni volta che il nuovo capo della Biennale desiderò farmi suo, mai una volta, dicevo, né prima né dopo, mi costrinse a indossare il hijab.
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