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Su Israele non va mai bene niente
Gurion, Sharett, Eshkol, Meir, Rabin, Begin, Peres, Barak, Olmert, Netanyahu... dove cambiavi cambiavi, nessuno è mai stato contento
Israele ha 75 anni. Ripassiamo un pezzettino scritto tre anni or sono. Cioè. Nel 1948 Ben Gurion fu il primo, non andava bene. Seguì Moshe Sharett: nemmeno. Levi Eshkol governò in coalizione con i laburisti. Al diavolo Eshkol. Golda Meir, laburista, donna e progressista. Mamma mia! Yitzhak Rabin, sputazzato da morto qualche anno più tardi, venne bollato in vita come guerrafondaio (siamo al 1974). Toccò a Begin, Likud, destra: il diavolo. Di Shamir, nemmeno parlare. Altri tre anni con Rabin. Niente. Dopo Rabin, Shimon Peres, socialista. Lo maledissero. Trentasei mesi di Netanyahu: un nazista. Ehud Barak, altro socialista, offrì ad Arafat il 98 per cento della Cisgiordania con una presenza di coloni allora risolvibile, più Gaza, più Gerusalemme est come capitale del nuovo stato palestinese. Partì la pace? No, l’intifada. Sharon, già detto il porco, cedette Gaza senza contropartite. Ci siamo, si comincia. E niente. Volarono verso Israele, per interloquire, migliaia di missili. Ehud Olmert non andò bene. Di nuovo Netanyahu, il quale tuttora malamente resiste. Come cambiavi cambiavi: disastri. Sui due piedi, tanto certo non posso essere. Potrebbe forse esser buona cosa, però, se dopo 16 anni il palestinese di Gaza la smettesse di spellarsi le mani per Hamas costringendosi a pensare soltanto alla fica.
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