Andrea's Version
La Giornata della Memoria sta già cambiando profilo
Da Harvard ai loro colleghi del Cairo. Per non dimenticare l'Onu: cosa sta succedendo alla memoria di Auschwitz
Cancellare o dimenticare Auschwitz come dimenticare la nostra storia? Sciocchezza sesquipedale, contraddetta nella pratica del giorno per giorno di grandi masse e dalle notizie che un’ora dopo l’altra ci tempestano. La Giornata della Memoria? Onorarla? Mentre assume un profilo sempre più simile alla Giornata dell’Alzheimer e dell’oblio? Sono i più riveriti maestri di Harvard, di Yale o di Oxford, quasi più loro dei loro riveriti colleghi del Cairo e di Teheran, a sottolinearlo senza pause di modo che, più solida sia la bugia, più profondamente ci penetri nel cervello. Si guardino le strade dei giovani occidentali dietro alle bandiere del 7 ottobre. Si osservino i fraticelli dei conventi che pregano per la pace. Le scuole arcobaleno. Si ascoltino le nenie sul maledetto marciapiede di Birkenau ripetute sempre uguali ogni anno e ciclostilate identiche, decennio dopo decennio, su una sterminata quantità di giornali in tutto il mondo e di convegni in ogni accademia; mentre chi ne scrive e ne dibatte mostra di corrucciarsi per via del nuovo genocidio inventato in qualche consiglio di amministrazione, in qualche circolo esclusivo di mascalzoni e in più di un governo canaglia. Senza mai scordare, in queste seriosissime occasioni, la nobile autorevolezza dell’Onu. Mai dimenticare il passato, certo. Laddove è in pieno corso la costruzione di un nuovo enorme archivio per i prossimi orrori che già bussano. E infine, la beffa: nemmeno potremo inveire contro li mortacci loro perché, spiacenti, li mortacci loro siamo noi.