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I professoroni della Normale che non osano pronunciarsi sui carnefici di Teheran
Colta l'occasione al volo, gli accademici pisani preferiscono richiedere l'interruzione delle relazioni scientifiche con gli scienziati delle università ebraiche
I carnefici operativi dei carnefici ideologici che comandano a Teheran possono essere chiamati in vari modi. Se iniziano e concludono il loro simposio compilando la lista degli omosessuali devianti, delle lesbiche deviate, degli eterocornificanti, delle eterocornificate, delle ragazze col rock incorporato, o anche solo una mezza mania per lo swing; o che vengono riconosciuti dopo aver appena torturato l’universitaria senza straccetto sul capino, lo studente che ha osato protestare, o il genitore che lo difende, eccetera, allora i suddetti carnefici restano anonimi, non vengono denunciati, né indicati a dito con nome e cognome da nessuna vigilanza civile dell’occidente.
Invece, se i carnefici di Teheran vengono individuati e colpiti da chi in occidente quel poco ancora vigila, allorché alle vittime già dette vogliono aggiungere pure gli ebrei in quanto ebrei, ecco allora i professoroni della Normale di Pisa i quali, salvo smentire di averlo preteso, genere Lollobrigida, pretenderebbero l’interruzione delle relazioni scientifiche con gli scienziati delle università ebraiche. Ma il massimo, per quei figli di puttana della Normale, è che non vedano quanto anormale abbiano fatto diventare la loro mamma.
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