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Il travagliato ante litteram Luca Telese

Andrea Marcenaro

Non si è mai dichiarato ipercritico nei confronti di Putin. E cerca sempre di scamparla a suon di spintarelle, ma a che pro?

Ci piace il carattere del presidente Putin. Si batte e si sbatte. Non molla mai l’osso, e non importa se abbia ragione lui, se ce l’abbia la Nato, mia sorella o il compagno di gulag chiamato professor Canfora. Ci piace il compagno Putin perché, alla fine di ogni apocalittico discorso, la conclusione si ripete sempre identica: si arrivi pure alle estreme conseguenze, tira lui le somme, ma sarà colpa dell’occidente. Che chissà.

Ci piace quindi, Putin, perché manco si pone il problema che, a causare l’Apocalisse, chi se ne frega se sia stato l’uno o l’altro, nessuno potendo mai più scriverlo, né tramandarlo ai posteri. Errore? Va a sapere. Potrebbe forse, unico a sculettare in una terra di zombie, quel Luca Telese, un travagliato ante litteram il quale ipercritico con Putin non fu mai, ma soprattutto (già dai tempi nei quali ci provò col Foglio), cerca sempre di scamparla a caccia di spintarelle scalando picchi fino a Gesù Cristo. Ps. E un invito: andiamo a vedere le carte dello Zar. Si caga sotto più quello di me.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.