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Niente pessimismo su quel plurale e tollerante Erdogan

Andrea Marcenaro

Il nuovo padrone della Siria dice che “Israele è una nazione di assassini”, ma non c'è da aver paura

Recep Tayyp Erdogan, a quanto pare nelle vesti del nuovo padrone, farà della Siria una nazione tollerante, plurale, aperta a tutte le culture e perfino alla libertà delle donne. Così dicono. E noi speriamo. Ma rispolverando i ricordi. Appena nell’agosto scorso, riguardo a Israele con cui pure ha rapporti diplomatici e che rappresenta in quelle terre i valori dell’occidente, il capo turco così si è voluto esprimere: “Ankara lavorerà con il popolo palestinese per impedire la giudeizzazione di Gerusalemme”; “Invito i musulmani di tutto il mondo a recarsi a visitare in massa la moschea di Al Aqsa, perché ogni giorno di occupazione rappresenta per noi un insulto”; “Israele è una nazione di assassini”. Sembrano frasi terribili in bocca a chi, come Erdogan, lascia immaginare un percorso moderno e addirittura liberale per la nuova Siria. Si può capire, ma il pessimismo sarebbe un errore. Il nuovo boss di Damasco veste panni abbastanza simili, infatti, a quelli che vanno a ruba in California, in Vaticano, o a Oxford.

  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.