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Fidarci di un attorucolo, noi fortunati ad avere un'Eleonora Duse detta Beppe Grillo

Andrea Marcenaro

Noi che eravamo arrivati a stimarlo, Zelensky, prima che Donald Trump ci raccontasse la verità

E noi che ci eravamo fidati di Zelensky. Che tifavamo per l’Ucraina guidata da quel senza patente. Quel nazificato nazificante. Noi che eravamo arrivati a stimarlo, prima che Donald Trump ci raccontasse la verità: che era stato il saltimbanco, il nano ballerino sulla corda, lui, non viceversa, ad aggredire Putin. A invadere la Russia nottetempo. A fare di Maidan un concorso di teppa filo Nato, contro il vivere civile. E noi che ci eravamo fidati, che davamo credito a Zelensky di un consenso perfino sopra al milione di morti ucraini, per il momento, ma stupidi che sono stati. Perché Zelensky di consenso invece ha il 4. Se va bene. Come ci garantiscono Trump, Musk e il rappresentante di Musk in Italia, quel Matteo Salvini che porta il nome di un santo, lo stesso di Piantedosi, il quale in effetti è Matteo, soltanto che è indegno. Come spiegano Musk e la Schlein. Ma noi. Noi che ci eravamo fidati di un attorucolo, lassù nel freddo, quando avevamo avuto il culo di ritrovarci, quaggiù, nientemeno che il papà di Conte, un’Eleonora Duse detta Beppe Grillo.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.