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Se ad Amburgo si preoccupano di come va la nostra Beretta

Andrea Marcenaro

Cari pacifisti tedeschi, come siete cambiati dal gran giorno di Trump

Ad Amburgo è insediato uno dei porti più trafficati del mondo. Ad Amburgo, 75 chilometri quadrati di scalo, esistono 35 chilometri quadrati fitti di villoni enormi capeggiati dal Rathaus, una casetta con più stanze di Buckingham Palace, al cui seguito spiccano centinaia, migliaia, miliardi di magioni private da mille metri quadri l’una con giardino, il più modesto dei quali è quanto la Val d’Aosta. Ad Amburgo, anzi a Speicherstadt, lungo il porto, si erge il complesso di magazzini pieni, poi vuoti, poi di nuovo pieni, poi di nuovo vuoti, dove esiste infatti il moto perpetuo. Probabile che il reddito pro capite di Amburgo manco sappiamo leggerlo. La somma di commercianti, intermediari e broker, provoca una tal quale impressione per numero, consistenza, gote rubizze e pance rigonfie. Si mangia e si beve molto, ad Amburgo. E molto bene. Veniva fatta votare ogni tre ore, dal borgomastro della città, una mozione arcobaleno contro ogni guerra e contro ogni arma. Ecco. Il fatto che, dal gran giorno di Trump, questi floridi pacifisti controllino col cuore in gola se perfino la nostra Beretta sta dandoci dentro, ci manda ai pazzi.
 

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.