Non scoperchiate i navigli, ma clonate il Royalto
Veltroni combatte l’astensione, e ci mancherebbe. Ma, caro Walter, lo sai che il primo aprile (e non era un pesce) l’astensione ci è stata addirittura imposta per disposizione delle autorità locali, proprio nella tua Roma? La partita Roma-Manchester, di cui non sospettavamo l’avvento, ci ha infatti costretti a uniformarci al divieto prefettizio di servire (e bere?) alcolici dalle 21 alle 23. Pertanto siamo stati obbligati ad astenerci dall’aperitivo, giacché mai e poi mai ci saremmo piegati a mandare giù un analcolico gravato da pezzi di frutta navigante.
Veltroni combatte l’astensione, e ci mancherebbe. Ma, caro Walter, lo sai che il primo aprile (e non era un pesce) l’astensione ci è stata addirittura imposta per disposizione delle autorità locali, proprio nella tua Roma? La partita Roma-Manchester, di cui non sospettavamo l’avvento, ci ha infatti costretti a uniformarci al divieto prefettizio di servire (e bere?) alcolici dalle 21 alle 23. Pertanto siamo stati obbligati ad astenerci dall’aperitivo, giacché mai e poi mai ci saremmo piegati a mandare giù un analcolico gravato da pezzi di frutta navigante. Non abbiamo nemmeno potuto immergerci nel sogno extracittadino di sorseggiare un antico Rabarbaro Zucca in Galleria a Milano (non conosciamo il Rabarbaro, ma ci fidiamo di un collega brianzolo dallo spiccato gusto vintage) perché, con l’assegnazione dell’Expo al capoluogo lombardo, i vecchi drink verranno falcidiati dalla concorrenza di miscele alla Jamaican Julep – il cocktail con doppio rhum e pezzi di papaya fuori misura, roba che neanche l’analcolico di cui sopra. Già sappiamo che tali incomprensibili e avveniristiche miscele si adatteranno non solo allo scoperchiamento e allungamento dei Navigli, minacciato per il 2015 dagli architetti (più corsi d’acqua, più bar all’aperto), ma anche alle avveniristiche e altrettanto incomprensibili architetture dell’Expo. Consigliamo, a proposito, di scambiare il suddetto progetto di scoperchiamento con quello di clonazione del milanese bar Royalto, perla postcoloniale in voga a inizio Duemila (ora un po’ decaduta), a metà tra una stazione, una nave, una biblioteca e una hall di albergo.
In secondo luogo, siamo stati costretti ad astenerci proprio in una sera di partita in cui si sarebbe potuto dire a un fidanzato (almeno, a un fidanzato romanista): “Raggiungimi sul tardi”, vedendolo contento e non indispettito. Avremmo potuto, senza l’obbligo d’astensionismo, dedicarci all’attività-base dell’aperitivista (per svolgere la quale i fidanzati sono superflui, se non d’intralcio), che consiste nel risolvere più problemi senza fatica, dando appuntamento, nella stessa sera: 1. all’amico in crisi 2. all’amica sedotta e abbandonata 3. all’amico gay intellettuale 4. al corteggiatore da dirottare sull’amicizia 5. all’ex fidanzato-amico 6. al collega litigioso. Si otterrà così: 1. il riassorbimento contemporaneo della sindrome da Calimero dell’amica sedotta e dell’amico in crisi, a patto che siano seduti vicini. Se va male si confideranno le loro sventure, e tu potrai discettare di Pd e/o Pdl, se ancora ti va, o addirittura di Expo (con due mojitos, ce la puoi fare). Se va bene si dimenticheranno di tutto, di tutti e soprattutto di chiederti consigli – sperando che lui non seduca e abbandoni, ma domani è un altro giorno 2. l’assorbimento simultaneo della vis criticandi dell’amico gay, capace di definire “poveracciata” persino il party di Dior, nonché della vis polemica del collega, perché di sicuro si metteranno a parlare di Expo, e d’incanto gli strali colpiranno le architetture avveniristiche di cui sopra 3. la decisione del corteggiatore di autodirottarsi altrove, grazie all’aiuto involontario dell’ex fidanzato-amico e del collega litigioso, che, alticci, esalteranno le peggiori isterie della corteggiata, giusto in tempo per l’arrivo del fidanzato.
Ne consegue, caro Walter, che i miglior alleati contro l’astensionismo sono proprio i poveri aperitivisti stroncati dal divieto calciofilo (la prossima volta, interpellateli).
Il Foglio sportivo - in corpore sano