IL “Millionaire no more mojito" oscura il primo aperitivo di Obama (e l'ordinanza di Alemanno)
L’aperitivista scrivente, per definizione, dovrebbe essere sinceramente colpita dalla notizia che all’Obama Day giungeranno ben seicento bottiglie di Prosecco trevigiano per il primo aperitivo presidenziale. Eppure non ci riesce. Perché oggi la notizia è un’altra.
L’aperitivista scrivente, per definizione, dovrebbe essere sinceramente colpita dalla notizia che all’Obama Day giungeranno ben seicento bottiglie di Prosecco trevigiano per il primo aperitivo presidenziale. Eppure non ci riesce. Perché oggi la notizia è un’altra: esiste un “Millionaire-no-more mojito”, come scrive Vanity Fair (versione Usa, naturalmente). Ce lo segnala con prontezza il nostro critico cinematografico Mariarosa Mancuso, nota aperitivista itinerante. Il mojito della crisi, chiamato appunto “no-more-millionaire”, a un’analisi accurata si rivela però un ossimoro: oltre al rum, al lime, alla menta e al ghiaccio (non troppo), compare infatti la variante Moët & Chandon. Vanity Fair consiglia cioè di aggiungere champagne al drink che evoca, nell’ordine: Hemingway (per i più colti), il sole (per i poco fantasiosi), i bivacchi all’aperto (per gli under 30), i chiringuiti delle spiagge spagnole (per chiunque sia stato una volta nella vita a Formentera, che sia un calciatore, una velina o un giornalista del Foglio). L’aggiunta di champagne presuppone l’accettazione dell’ossimoro: come fa un mojtio di crisi essere a base di champagne? E allora o si fa un brindisi alla faccia dei poveracci investiti dalla crisi oppure si fa un brindisi con l’ultima bottiglia di champagne rimasta in casa prima del pignoramento causa mutuo non pagato. Nel dubbio, propendiamo per una terza ipotesi: bere il suddetto mojito corretto come ultimo sorso di consolazione per gli avventori dei bar del centro storico di Roma, colpiti come consumatori di aperitivi non dalla crisi ma dalle ordinanze del sindaco Alemanno (non si beve all’aperto dopo le ventuno, non si beve e basta dopo le due). Ma allora il mojito corretto (per mimetizzarsi e non incorrere nella multa: danno e beffa) dovrebbe essere corretto, per l’appunto, con un liquido meno appariscente del giallognolo champagne (Moët o non Moët che sia).
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