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Si mettano d'accordo, gli arbitri
Gomitata di Neymar, giallo. Accenno di testata di Diego Costa a Martins Indi, richiamo verbale. Manata di Pepe, rosso. Si mettano d’accordo, gli arbitri del Mondiale.
Gomitata di Neymar, giallo. Accenno di testata di Diego Costa a Martins Indi, richiamo verbale. Manata di Pepe, rosso. Si mettano d’accordo, gli arbitri del Mondiale. Tre partite, tre situazioni di fatto analoghe, tre arbitri e tre decisioni diverse. Così non va. Il designatore Busacca aveva ribadito l’importanza dell’uniformità, almeno dal punto di vista dei provvedimenti disciplinari. Invece, come era facile immaginare, questa è rimasta una pura utopia. Il big match di ieri, Germania-Portogallo, era stato affidato al serbo Milorad Mazic, spuntato più o meno dal nulla nelle due ultime stagioni (e non è neppure giovane). Risultato: insufficiente. E pensare che a casa sono rimasti arbitri del calibro di Kassai (semifinale Germania-Spagna in Sudafrica) e Skomina. Il motivo? Non avevano assistenti all’altezza, a giudizio della Fifa. La quale ha invece mandato in Brasile senza troppe discussioni il signor Humberto Clavijo, capace di annullare due reti regolari in Camerun-Messico in meno di venti minuti. Chapeau.
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Il Foglio sportivo - in corpore sano
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