Buon 2015 C’era la ressa sul ponte della nave Norman Atlantic. Un scena che avevamo già visto, nei Giudizi Universali: gli angeli che tiravano in salvo erano qui elicotteristi, i diavoli che tiravano in basso erano quelli su cui più che il pudore poté il terrore, o l’egoismo. 02 GEN 2015
Pontificare stanca Nonne, radici, ebraismo. Qualche parola imperfetta di Francesco a Strasburgo, e di troppo in aereo. E’ l’oblio di Dio a generare violenza? Dipende. Nominare o meno lo Stato islamico e i rischi da evitare. 28 NOV 2014
Arringa pro veritate per Mauro e Chicca A Trapani sta per concludersi in Corte d’assise il processo per l’omicidio di Mauro Rostagno. Le difese degli imputati appartenenti a Cosa nostra – Vincenzo Virga come mandante, Vito Mazzara come esecutore – stanno completando le arringhe, poi le repliche e infine il ritiro in Camera di consiglio, probabilmente il prossimo 7 maggio, e la sentenza. L’informazione sul processo è abbastanza paradossale. Per un verso, Radio Radicale e il blog curato da giornalisti locali, specialmente da Rino Giacalone, permettono a chiunque di seguire le udienze con una partecipazione cui manca solo (non è poco, naturalmente) l’aria che si respira dentro e attorno all’aula. 05 MAG 2014
La disputa sui buoni Mi piacerebbe una bella discussione, anche la più accesamente polemica: se ne fanno così di rado. Sul libro di Luca Rastello, “I Buoni”, si consuma una bruttissima discussione. Avevo letto il libro alla vigilia della sua uscita, senza conoscere l’autore se non per i suoi scritti, pregevoli per stile, e per l’esperienza vissuta che rivelavano. Questa volta si trattava di un romanzo dedicato a un tema fatale: come far bene il bene o come non farlo troppo male. Poiché la grande associazione di benevolenza e impegno per la legalità raccontata nel libro evoca nel modo più trasparente don Ciotti e i suoi collaboratori, avvertivo che l’identificazione – più piccante per la coincidenza fra l’uscita del libro e l’incontro col Papa – avrebbe dirottato il proposito di affrontare una questione universale. 08 APR 2014
Guantanamo, the torture and us A friend of mine said; “I hear that the New York Times paid the standard rate for the Yemeni prisoner’s article (€150), and the money was sent to his family back in Yemen. I confess to thinking, and then feeling guilty for thinking it, “who knows what they will do with that money, will they spend it on food for hungry children, or will they put it to building a bomb like the one which exploded in Boston, which cost $100?”. There you have it. My friend’s moment of dilemma helped remind me how, beyond the basic principle of it, there is a difference between prevention and repression. With the supposedly dangerous prisoners detained without charge in Guantanamo, and rendered dangerous, the difference between the two has been eliminated. Repression wants to be a form of prevention. 24 MAG 2013
Guantánamo, la tortura e noi In calce alla lettera del detenuto yemenita a Guantánamo pubblicata lo scorso 14 aprile dal New York Times si legge qualche centinaio di commenti. Uno dice: “Io concordo col senatore McCain, che fu lui stesso vittima di tortura. Quando un altro senatore gli disse: ‘Perché dovremmo preoccuparci di questi terroristi?’, McCain replicò: ‘Non si tratta di chi sono loro, ma di chi siamo NOI. Noi siamo gli Stati Uniti d’America, e gli Stati Uniti d’America non torturano la gente”. Ferraresi Il fronte liberal intravede il bluff dietro l'infatuazione civile di Obama 03 MAG 2013
Addii / 2 Canzoni che so a memoria, per spiegare Jannacci e la sinistra Caro Maurizio Crippa, ci sono rimasto male a leggere che per la sinistra Enzo Jannacci non avrebbe mai potuto essere “un’icona”*. A parte l’icona, e a parte l’articolo determinativo – ci sono tante sinistre quante teste, benché non altrettante teste quante sinistre, sicché vale solo l’autocertificazione. Allora, come dicono i nuovi arrivati che non rappresentano la società ma sono la società, io mi guardo dal rappresentare la sinistra ma lo sono, e l’affetto grato a Enzo Jannacci mi accompagna da cinquantadue anni. Ne avevo venti e lui ventisette, e fui iniziato dai miei anziani a una pisana conoscenza unilaterale di Jannacci, in cui non c’era il cabaret e il rock and roll e il jazz, bensì le canzoni stralunate sì ma soprattutto malinconicamente socialiste. Manconi Life in Rebibbia, o il romanticismo sottoproletario di Califano 03 APR 2013
Infelicità della democrazia Il dialogo di Ezio Mauro e Gustavo Zagrebelsky sulla “Felicità della democrazia” è uscito a ridosso delle ribellioni del vicino oriente e alla vigilia del colpo contro Osama bin Laden. Si è detto, e soprattutto si è auspicato, che il secondo chiuda un ciclo, e le prime ne inaugurino uno opposto. L’11 settembre è al centro del dialogo. Mauro ribadisce quello che avvertì dal primo momento, che “il bersaglio era la democrazia occidentale nel suo insieme, e l’11 settembre attende anche da noi una risposta”. Lettori del Foglio on line , cosa ne pensate? Dite la vostra su Hyde Park Corner , Twitter o Facebook 27 MAG 2011
Le mie notti verdi col raìs Gheddafi appare in un’aura così ieratica che l’infedele ammesso al suo cospetto si sente come chi arrivi in un altrui luogo di culto mentre è in corso la funzione. Il colonnello è alto e imponente, ma ciò che più colpisce è la lunghezza della sua faccia. Direi che la mia ci sarebbe stata due volte, con un resto ulteriore. Una faccia da cavallo. Gheddafi è viceversa provetto cavaliere. Pone una straordinaria cura al suo vestiario, che varia dal burnus tradizionale alla divisa ridondante di foggia sovietica. Leggi Con chi parla Sarkozy in Libia. Il ritratto di Mahmoud Jibril 26 MAR 2011
Si riapre il caso Rostagno Vi ricordate di Mauro Rostagno? Ve lo ricordate vivo? Vi ricordate che morì ammazzato? Pensano i procuratori palermitani Antonio Ingroia e Gaetano Paci, e il Gip Maria Pino, che ha accolto le loro richieste, che l’indagine sull’assassinio di Mauro Rostagno è completata. Che l’ordine venne dai capi della mafia, e fu eseguito da killer mafiosi. 23 MAG 2009