La cognizione del tradire Julie era bella, non più giovane, a corto di denaro e da sempre all’altezza di qualsiasi dramma, purché fosse sentimentale. Feriva e incassava, e se si fermava un istante vedeva tante Julie del passato, traditrici, tradite, dolci, feroci, abbandonate, consolate, sincere e bugiarde nello stesso istante, sempre vive: tutto avviene in forza dell’amore, scrisse Colette, che in “Julie de Carneilhan” (Adelphi) raccontò molto di sé e di quella forza oscura, ma accesa, che spinge di volta in volta verso la verità o verso il segreto, verso l’inganno o verso gli addii. Verso il momento in cui si decide di non perdonare oltre, o di non mentire più. L’amore, “miracolo da spaccarvi le ossa”, può resistere a molto, può tenere insieme luci e ombre, può rispettare le distanze e fare molte rinunce, o anche nascondersi in bagno a mandare messaggi a un’altra, “non posso vivere senza di te”, e poi tornare nella stanza illuminata, a tavola con tutti, felice, deciso a difendere i sotterfugi ma anche a dire, credendoci profondamente 31 MAR 2014
E io scappo di casa Dormiva in metropolitana dopo essere scappato di casa a undici anni. Un ragazzino di Brooklyn, Kareem Granton, arrabbiato con la madre che gli aveva chiesto di occuparsi della cacca del cane dopo la scuola, ha incrociato per cinque giorni (e cinque notti) i senzatetto, un ragazzo con un enorme stereo che urlava musica heavy metal alle sei del mattino su un vagone della metro, un altro che apriva velocissimo il cappotto per vendere oggetti che aveva rubato nei negozi, una signora che gli ha lasciato un dollaro dentro un foglietto con scritto: “C’è speranza”, molti tipi assurdi, gente senza casa, altri che facevano a botte, e infine una signora che ha guardato quella faccia allegra di undicenne vagabondo e ci ha riconosciuto il manifesto con la parola “Missed” appeso a Brooklyn, ha chiamato un poliziotto, che ha offerto a Kareem un panino da McDonald’s prima di chiedergli il numero di telefono della madre. 26 MAR 2014
La terza vita Aveva fondato da poco l’Huffington Post, che portava il suo cognome (da sposata) e diventava a velocità supersonica uno dei siti più seguiti al mondo. Arianna Huffington aveva, nel 2007, cinquantasette anni, due figlie grandi, cinque BlackBerry sempre accesi, tacchi alti, sorriso da squalo gentile, un posto alto nelle classifiche delle persone più influenti del pianeta, una rete fittissima di relazioni e molte idee su come cambiare il giornalismo ed esserne la regina. “Stavo sdraiata sul pavimento del mio ufficio in una pozza di sangue. Lo spigolo della scrivania mi aveva tagliato un occhio e spaccato lo zigomo. Ero crollata per la stanchezza e la mancanza di sonno”, ha scritto Huffington nel suo nuovo libro. 25 MAR 2014
Frida Kahlo Dipingeva se stessa, disse una volta, perché era la cosa che conosceva meglio. La forma più vicina, più conosciuta nel profondo, nelle vene e nel dolore, nell’esuberanza gioiosa di vivere che faceva contrasto con la compostezza del volto: una faccia intensa, severa, lei che non giudicava e si metteva i fiori nei capelli, fiori dappertutto, scimmie e pappagalli e rane e tutti erano suoi figli, e il suo compagno era suo figlio e lei lo dipingeva a volte come un bambino da allattare, da proteggere. Frida Kahlo, la pittrice messicana simbolo di ogni modernità, ribellione piena di grazia e resistenza al dolore, è da giovedì in mostra a Roma alle Scuderie del Quirinale, e le signore si mettono i fiori colorati nei capelli mentre guardano i suoi quadri, sperando di rubarle un po’ di quella libertà compostissima, vissuta dentro un corpo protetto dal busto di gesso che ha indossato per molti anni. 23 MAR 2014
Io sbaglio da sola Non esiste più un solo comportamento, tic, ossessione, gioco innocente, abitudine o fantasia che non sia già diventato materia da laboratorio, sottoposto a esperimenti, trasformato in un conteggio preciso dei nostri errori e delle nostre possibilità. Tutto quello che facciamo produce effetti, e nulla consente spensieratezza, perché se regaliamo Barbie principessa a una bambina, ad esempio, non solo trasmettiamo il messaggio sbagliato sulla magrezza, la bellezza e la ipersessualità, ma stiamo anche ipotecando il futuro lavorativo di questa settenne con le treccine. 20 MAR 2014
Storia di una donna Quando la cara amica Alix ottenne il permesso di frugare negli scatoloni che Françoise Giroud aveva regalato a un ente, guardandoli con soddisfazione uscire per sempre dal suo appartamento insieme al passato, trovò in mezzo alle lettere, agli articoli, ai quaderni di una vita intera di giornalista, scrittrice e attivista politica, la brutta copia di una lettera scritta all’uomo che l’aveva resa muta di dolore: Jean-Jacques Servan-Schreiber, il giornalista con cui Françoise aveva fondato l’Express nel 1953, e che adesso, 1960, l’aveva lasciata per un’altra e cacciata dal giornale che avevano creato insieme, sospettandola di un gesto vile che lei giurò di non aver mai compiuto. 10 MAR 2014
Chiedi a tua madre Ci si allena mentalmente per anni, pensando alle cose giuste, precise e rilassate da dire ai figli sul sesso, quando sarà il momento, anzi un attimo prima che il corpo di quella ragazzina con le lentiggini si trasformi in un corpo nuovo, prima che sbatta la porta, prima che racconti di andare a studiare dalla sua amica lasciando nella doccia mille rasoi, scie di profumo e lo scontrino di un reggiseno di cui non sapevate nulla. Per i padri, anche i più moderni ed entusiasti, in fondo è semplice, scrive Michael Chabon in “Uomini si diventa”, descrivendo però una sconfitta: “Ti schiarirai la gola e, accarezzandoti la barba, le dirai di andare a chiedere a sua madre. 05 MAR 2014
Sono Oscar o selfie? Nell’autoscatto più retuittato di sempre ci sono molte persone famose, tranne una (il fratello piccolo di Lupita Nyong’o, la vincitrice dell’Oscar come miglior attrice non protagonista: il ragazzo ha visto Ellen DeGeneres alzare il telefono, chiedendo aiuto a Bradley Cooper e alle sue lunghe braccia, e non ha resistito a tuffarsi nel selfie di gruppo). E’ una bella foto, in cui tutti si stringono e si sporgono per entrare, Brad Pitt ha la testa mozzata, Julia Roberts si spettina un po’, Meryl Streep non si toglie gli occhiali da vista e Jennifer Lawrence è meravigliosa come sempre. 04 MAR 2014
E adesso spogliati Lei era seduta al bancone della cucina, aveva addosso i pantaloni della tuta, mangiava carote e con la mano libera mandava messaggini porno, cioè sextava. Inventandosi mutandine di pizzo, desideri e sgomenti, irrefrenabili voglie e imperativi categorici. Intanto controllava le email, eliminava lo spam, decideva che film vedere la sera, simulava un orgasmo via chat e smistava le bollette in ordine di scadenza. 28 FEB 2014
Smamma Quando lei non sa più come prenderlo, quando lui sputa apposta i pezzetti di pomodoro nel piatto, le dice: “Sei una pezzente”, fa discorsi omofobi, non risponde alle domande o al massimo fa un gesto con la mano dalla sua stanza e aggiunge: “Smamma”, quando la fine dell’adolescenza, e quindi la salvezza, è ancora lontana, la madre compra al supermercato una di quelle torte nei sacchetti, che si preparano in fretta, con la foto sulla scatola. 25 FEB 2014