Chi è l’uomo vestito di ghiaccio in mezzo alla folla vestita di nero? Chi è quell’uomo vestito di ghiaccio in mezzo agli uomini vestiti di nero? Chi era l’uomo senza abito scuro al Quirinale, seduto in nona fila ad ascoltare e poi via al guardaroba a riprendere il cappotto e filarsela, invece che restare a stringere mani, dare e ricevere pacche sulle spalle, ferire e incassare, confrontare i toni di blu e di nero delle giacche e dei calzoni, delle cravatte e delle facce da cerimonia? Matteo Renzi spiccava, l’altro pomeriggio agli auguri di Natale del presidente della Repubblica per difformità rispetto al codice estetico. Leggi anche Il Cavlendario 18 DIC 2013
Rottamarsi un po'/1 E’ vivo e non ha perso, è questa la novità Solo un anno fa votare Matteo Renzi alle primarie del Partito democratico fu come votare un Ufo con le luci verdi lampeggianti, nell’ipotesi più gentile, o come tentare con l’inganno di distruggere la sinistra italiana per conto di Silvio Berlusconi, nell’interpretazione più diffusa. Non ci si poteva fidare di uno che usava il verbo “rottamare” (e infatti si scusò), soprattutto non ci si poteva affidare a un uomo che non porta sulle spalle il dolore del mondo, e nemmeno del Novecento, che non fa lunghe pause durante i discorsi e se ne va in giro allegro, ambizioso, audace, con l’idea semplice di prendersi la responsabilità di un intero paese. 10 DIC 2013
Le amiche geniali Quando Lila dice a Elena di continuare a studiare per sempre e che se è necessario la manterrà lei agli studi, adesso che è una sedicenne del rione che sta per sposarsi con sfarzo e volgarità, Elena le risponde con una nervosa risata, una risata da Lila, cinica, cattiva, infelice. In quel momento è come se loro due diventassero una cosa soltanto, indistinta, come nelle storie d’amore, quando si perde un po’ della propria identità per aderire a quella di chi amiamo. 09 DIC 2013
Comprare l’albero con un clic, alla vigilia, e non rovinarsi il Natale Compro con un clic: un albero di Natale finto con le luci già incorporate, così non devo girare i fili di lucine intorno, i fili si aggrovigliano, e comunque odio i fili. Compro con un clic anche quel cappotto rosso con le maniche a tre quarti, c’è il trenta per cento di sconto, un lenzuolo singolo in omaggio. Compro con un clic i regali di Natale, anche una pentola di ghisa che cuoce tutto da sola, il sugo non attacca, garantita a vita, pesa venti chili ma mi cambierà la vita. 29 NOV 2013
Le due Lolite Una mattina di fine estate del 1955 Vladimir Nabokov, che aveva lavorato per quattro anni a una storia sconvolgente in lingua inglese con dentro un uomo, una ragazzina e la madre di lei e non aveva trovato un editore americano disposto a pubblicare un libro tanto scandaloso, apre il New Yorker come di consueto e ci trova un racconto di Dorothy Parker, giornalista, americana, critica teatrale, letteraria e mondana, poetessa, scrittrice (mai di romanzi). Il racconto è intitolato “Lolita” ed è completamente diverso dagli altri racconti di Dorothy Parker. 27 NOV 2013
Ma che noia Non basta dire: che noia. Non basta fare quella faccia, con gli angoli della bocca un po’ all’ingiù, le palpebre che si abbassano e gli occhi che guardano altrove. Bisogna specificare da che tipo di noia si è afflitti in questo preciso momento, spiegare con quanta frequenza accade e quanto tempo, insomma, investiamo nell’annoiarci. Secondo uno studio tedesco appena pubblicato, raccontato dal New York Magazine, esistono cinque categorie di noia (ed è molto probabile che nello stesso soggetto possano coesistere tutte e cinque). 22 NOV 2013
Mai fidarsi dei ricordi, perché la memoria non è verità, ma romanzo Non bisogna fidarsi dei ricordi, perché sono quasi sempre sbagliati. Quello che abbiamo mangiato ieri a pranzo, quello che abbiamo detto cinque anni fa al nostro peggior amico, le parole usate da un ex fidanzato per lasciarci nel 1998. Non ci ricordiamo niente, oppure tutto, ma in forma romanzata. I ricordi sono storie ricreate in un nuovo momento dalla nostra testa, e noi siamo davvero convinti che sia andata così (di solito nel modo migliore per noi, più edificante), ma la memoria è fallace e fantasiosa. 20 NOV 2013
La pensione di Carlo Sono passati più di vent’anni da quando Camilla Parker Bowles raggiungeva il suo amante sposato, il principe Carlo, dall’entrata posteriore della tenuta di campagna, lo coglieva di sorpresa a petto nudo sul terrazzo e gli diceva: “Come sta il mio principino preferito oggi?”, mentre Diana in un’altra stanza singhiozzava disperata. Camilla entrava dal retro, oppure aspettava che Diana tornasse a Londra con i figli e gli sussurrava al telefono: “Non posso sopportare una domenica sera senza te” (e lui le diceva che voleva stare tutto il tempo dentro i suoi pantaloni). 15 NOV 2013
Tutta colpa sua C’è una nuova scusa per i tradimenti. Una di quelle frasi che il traditore sparge con generosità per spiegare che non è stata colpa sua, che lui non avrebbe mai voluto ma è stato costretto ad andare a casa di quella perché “tu non ci sei mai, mi sentivo così solo”, oppure “da quando c’è la bambina tu non mi guardi più”, o anche “avevi perso il tuo calore”. Tutti modi piuttosto classici per spiegare il motivo per cui ci si è iscritti a un sito di appuntamenti extraconiugali, o per prendere tempo mentre l’amante si riveste e fugge per le scale. 14 NOV 2013
Amici a noleggio Il decoratore d’interni, il maestro di yoga, il medico omeopatico, la nanny dei ragazzini. C’è un momento, molto pericoloso, in cui la signora di successo, l’uomo ricco, la coppia famosa, raccontano con entusiasmo di quanto il parrucchiere sia diventato, negli ultimi tempi, il loro migliore amico. E come li sa capire la tata sudamericana, nessuno mai. L’idillio dura per un po’, l’entourage del ricco signore si anima di un nuovo assistente che brilla di luce e viene chiamato: amico mio. 13 NOV 2013