Caccia grossa in Africa Se pensate che ieri la democrazia sia arrivata in Costa d’Avorio su un cavallo bianco, dovreste ricredervi. La democrazia in questo caso ha piuttosto gli occhi furbi di Alassane Ouattara, ex funzionario del Fondo monetario internazionale, islamico felpato, un avanzo africano di Jacques Chirac, poi sposato alla bionda e bianca Dominique dall’allora sindaco di Neuilly sur Seine, un certo Nicolas Sarkozy – che celebrò anche le prime nozze della futura e rimpiantissima moglie Cécilia, e forse sarebbe stato meglio si fosse dedicato più alle fognature che agli sposalizi. 06 APR 2011
La scelta di Israele “Il pessimismo è un lusso che un ebreo non può concedersi”, diceva Golda Meir, che un paio di cose attorno a Israele e alla politica in medio oriente le sapeva. Oggi però Israele ha solidi motivi per essere pessimista. Sempre circondato da un ambiente ostile, da un accerchiamento di regimi arabi che non hanno mai firmato una pace vera, ora vede crollare anche quegli spicchi di panorama che non erano pregiudizialmente e dichiaratamente governati da nemici mortali. Leggi Perché Israele finirà per pagare il conto della primavera araba di Ariel David - Leggi Le tre regole di Yossi Klein Halevi per sopravvivere alle rivolte - Leggi Per capire la paura di Israele basta contare i missili puntati di Giulio Meotti 04 APR 2011
I ribelli libici e le “tracce” di al Qaida nella cantina della rivolta Il colonnello Gheddafi agita la paura di al Qaida in faccia al mondo e ai libici. E’ il suo strumento di propaganda preferito. Il 24 febbraio alla tv di stato ha spiegato le rivolte così: “E’ al Qaida che vuole creare un emirato islamico nel nostro paese. Gli uomini di Osama bin Laden hanno messo droghe nell’acqua, nello yogurt, nel cibo dei cittadini, che ora armati stanno devastando la città di Zawia”. l 7 marzo intervistato dal quotidiano francese Le Journal de Dimanche ha minacciato l’occidente: “La situazione è grave per l’intero occidente e per tutti i leader europei". Leggi La sindrome libica 30 MAR 2011
Recitare Macbeth a Sana’a Ci vorrebbe un nuovo poeta arabo per raccontare l’orrore di un padre e di un figlio che sotto la luna gigante di questi giorni si guardano dalle finestre dei rispettivi palazzi di Sana’a, a poca distanza, e assieme complottano per la distruzione dello Yemen. Costi quel che costi, tutto sarà lecito purché non s’interrompa il sogno di una dinastia familiare di potere. Leggi Nel cuore della piazza yemenita - Leggi Ora cede anche lo Yemen 24 MAR 2011
Nel cuore della piazza yemenita “Che cosa penso di Obama? E’ come lo speaker di una partita di calcio, che però non tiene per nessuna delle due squadre in campo. Quando segna una grida ‘goool’ e alza le braccia; quando segna l’altra fa lo stesso: ‘Goool’”. Il colonnello dei servizi di sicurezza dello Yemen alza le braccia a salutare moderatamente un’ipotetica bella azione di gioco. "Nei paesi arabi dove è più forte il regime, il presidente americano sta con il regime, come in Arabia e in Bahrein. Dove è più forte il popolo, sta con il popolo, come in Egitto". 23 MAR 2011
Ora cede anche lo Yemen Il problema reale per l’Amministrazione Obama non è in Libia – quello è un affare soprattutto europeo, per gli aerei di Parigi e di Londra – ma è più a est, nella penisola arabica: Bahrein e Yemen. Fino a venerdì scorso, il regno arcipelago sembrava la questione aperta, per colpa dei blindati sauditi in azione nelle strade della capitale e per la repressione brutale contro la maggioranza sciita e troppo vicina all’Iran. Leggi La prima prova democratica dopo Mubarak cambia la Costituzione. Ma il vero trionfo è degli islamisti - Guarda ElBaradei contestato al referendum in Egitto 22 MAR 2011
Le valli abbandonate Il generale David Petraeus è a Washington per fare rapporto al Congresso sulla guerra in Afghanistan. Per i giornali americani il tono usato dal comandante martedì con la commissione Forze armate del Senato e ieri con quella della Camera è “positivo”. Le forze di sicurezza afghane che sostituiranno i soldati Isaf, compresi gli italiani, sono aumentate di un terzo, settantamila uomini in più, “e sono cresciute anche in qualità, non soltanto in quantità”. 21 MAR 2011
Il sangue dello Yemen E’ la fine della preghiera islamica del venerdì, si aspetta tutti accovacciati su un marciapiede con la schiena appoggiata al muro e con gli occhialetti da piscina e le mascherine di carta da infermieri – servono contro i gas della polizia. C’è uno yemenita che punta con il dito davanti a sé. “Guarda, guarda, fai una foto”. 19 MAR 2011
Bye bye Obama Provate a dire al dipartimento di stato americano che l’Arabia Saudita è un fantoccio arabo di Washington, un gigante che alla fine segue sempre e docilmente la linea politica decisa dalla Casa Bianca. Vi guarderanno come pazzi. Provate – ma è più difficile – ad arrivare alla corte di Riad, da dove si governa il regno saudita, e dire che l’America è tradizionalmente prona agli interessi dell’Arabia Saudita perché è impastoiata da troppi interessi petroliferi. Leggi L'esercito spara sui manifestanti nello Yemen 18 MAR 2011
Chi si salva dalla vendetta del nuovo ordine gheddafiano La repressione brutale di Muammar Gheddafi contro i ribelli della Libia ha tracciato una linea nella sabbia. Di là stanno le nazioni contro, che finora non hanno mosso un dito anche se hanno discusso a lungo e nei dettagli di operazioni irrealizzate, come la ormai inutile “no fly zone”. Di qua stanno le potenze amiche del rais, che tacciono ma sono con lui dalla parte della vittoria. Sabato scorso la Lega araba ha deciso di chiedere l’imposizione della “no fly zone” sulla Libia. Soltanto due grandi stati si sono astenuti dal voto: Algeria e Siria. Entrambi sono accusati da un tenace gossip mediorientale di mandare armi a Gheddafi. 16 MAR 2011