Vittorio Nisticò Si chiamava Vittorio Nisticò, classe 1919. Lucido, curioso, lettore instancabile di libri e giornali, fino a poche settimane fa si divertiva ancora a dirci perché quel titolo andava fatto così e perché quell’articolo doveva essere scritto in modo diverso e “non con quel linguaggio che mostra solo la pigrizia di chi lo ha scritto”. E sì, per Nisticò il giornalismo stava tutto lì: nella capacità di trovare una notizia, un dettaglio, una fotografia. 10 GIU 2009
La festa di Repubblica Ma sì, chissenefrega se la corazzata ha messo più di una volta il piedino in una pozzanghera, chissenefrega se qualche scoop, a cominciare da quelli firmati dagli imbattibili D’Avanzo e Bolzoni, è venuto storto. E chissenefrega se in tutti gli altri giornali si sussurra e si insinua che il giornale di Largo Fochetti è ormai un partito politico, costruito ogni giorno non da redattori ma da militanti, non da cronisti ma da combattenti. Ciò che oggi conta, per Repubblica, è la conquista di una leadership editoriale. 01 GIU 2009