Fëdor noir Ci vorrà un Dostoevskij”, pensava Jorge Semprún a Buchenwald, ci vorrà qualcuno in grado di ritrarre l’anima umana colata a picco nel male. Ma un Dostoevskij non c’era, ed è sempre così, i Dostoevskij sono peggio degli idraulici: mai che ce ne sia uno a tiro quando ne hai bisogno. Le eccezioni sono rare. Quando Necˇaev giustiziò a Mosca lo studente Ivanov, affiliato all’organizzazione rivoluzionaria di cui era ideatore e capo, un Dostoevskij in circolazione c’era. 08 MAR 2014
La vittima che azzanna Non so quali siano gli effetti tossicologici del Popper, dottore, ma c’è una pagina della “Società aperta e i suoi nemici” che mi ronza nella testa da vent’anni e non vuole uscirne, devo preoccuparmi? E’ quella in cui il filosofo mette allo specchio i partiti che parlano da lupi e agiscono da agnelli e i partiti che parlano da agnelli e agiscono da lupi: un piccolo chiasmo che vale un trattato di scienza politica. E va bene che Daniele Giglioli assume droghe ben più pesanti delle mie (un cocktail micidiale di Zizek, Agamben, Badiou, Rancière, Butler, roba che stenderebbe un cavallo) ma il suo “Critica della vittima”, appena pubblicato da Nottetempo, è sempre lì che torna, alla favoletta di Fedro e alle sue inesauribili implicazioni politiche. 01 MAR 2014
Facebook-Krieg Qualcuno doveva aver raggirato Claudio M., perché senza che avesse fatto niente di male una mattina lo iscrissero a Facebook. Il professore absburgico si è trovato, suo malgrado, sdoppiato: da una parte Claudio Magris, dall’altra il profilo Facebook di Claudio Magris. E va bene che ogni orfano della finis Austriae ha diritto al suo personale Doppelgänger, ma che gli si lasci almeno il piacere perturbante di generarlo da sé, per gemmazione fantastica, psicoanalitica, allucinatoria, al limite vendendo l’ombra al diavolo. 08 FEB 2014
Papa Gustavo Ho letto la nuova enciclica di Gustavo Zagrebelsky, “Fondata sulla cultura”, e ne sono uscito riconfortato. Il professore mi aveva fatto stare in pensiero, ultimamente. Mi ero imbattuto nella sua postfazione a un libro di Sandra Bonsanti, un’intemerata contro il culto del denaro così fiammeggiante che pareva un libello di Lutero, e temevo che dopo averla conclusa Zagrebelsky avesse scagliato pure lui un calamaio contro Satana. Ma alcuni segnali erano perfino più inquietanti. 01 FEB 2014
Dire l’indicibile Due sono le categorie di persone per le quali si ricorre, quasi di prammatica, all’ossimoro “dire l’indicibile”: i mistici e i sopravvissuti di Auschwitz. Da oggi dobbiamo aggiungerne una terza, i magistrati del processo sulla trattativa, che – lo ha detto domenica Barbara Spinelli a un incontro del Fatto quotidiano in loro sostegno – “cercano di dire l’indicibile”. Che cosa accomuni l’inchiesta palermitana alla Shoah è difficile a dirsi, ma è pur vero che Travaglio chiama il processo “la Norimberga italiana” e usa l’epiteto “negazionisti” per quanti mettono in dubbio l’impianto dell’accusa. 18 GEN 2014
L'Italia dei malumori La sagoma di un riccio dal dorso irto di aculei, e sotto il frammento di Archiloco così caro a Isaiah Berlin: “La volpe sa molte cose, ma il riccio ne sa una grande”. Ecco come immagino lo stemma araldico del grande club dei monomaniaci, degli ossessionati, dei rimuginatori di un’idea fissa. Derideteli quanto volete, ma quando la “cosa grande” che sanno è una cosa che le volpi ignorano o tralasciano, c’è solo da esser grati alla loro ispida pertinacia. Il ramo del club a cui sono stato ammesso da novizio, quello degli ossessionati dalla giustizia, vanta tra i suoi decani Mauro Mellini, ed è precisamente la chiave giudiziaria a rendere prezioso il suo ultimo libro, “Gli arrabbiati d’Italia. Storia di una democrazia dei malumori” (Bonfirraro). 04 GEN 2014
Fantozzi, è lei? Come cultore di una disciplina fieramente oziosa, la filologia fantozziana, nonché Gran Maestro di un ordine esoterico crapulone, i Cavalieri della Prunella Ballor, non posso che salutare con tripudio il saggio che Claudio Giunta, filologo di cose un po’ più serie (tra le sue fatiche recenti c’è un commento alle “Rime” di Dante) ha dedicato al nostro ragioniere. S’intitola “Diventare Fantozzi” e lo si trova nel volume “Una sterminata domenica”, appena pubblicato dal Mulino. 01 GEN 2014
In principio era Berlinguer La nostalgia di Berlinguer non è cosa nuova a sinistra, ma aveva raggiunto livelli di guardia all’ombra incombente delle primarie e chissà che non si rinfocoli per il trentennale della morte, l’11 giugno 2014, ora che per alcuni si è aggiunto un altro lutto da rielaborare. Lo spettro benevolo e ammonitore del Segretario si aggira un po’ ovunque di questi tempi, non solo nelle invocazioni di Gianni Cuperlo, sfortunato custode della nicchia dei Lari di partito, o nelle memorie d’infanzia di Giuseppe Civati, che alla morte di Berlinguer lega il proprio battesimo politico. 15 DIC 2013
Postumi a se stessi La verità, sconsolante quanto si vuole, è che non siamo pronti per Matteo Renzi: né io né voi. Come quei convalescenti che si affezionano al letto d’ospedale e che trovano conforto nel rigirarne e sprimacciarne all’infinito il cuscino, sappiamo in astratto che dovremo alzarci, che prima o poi saremo dimessi, ma abbiamo bisogno di indugiare ancora un poco sulle vecchie diatribe, sulle vecchie scaramucce, sulle vecchie ragioni d’incazzatura. 14 DIC 2013
Diario astrale Da quando Kant li dichiarò “scagionati di fronte al tribunale della ragione”, non possiamo più prendercela con i pianeti. Per secoli l’allineamento di tre corpi celesti, fenomeno piuttosto raro, fu letto come un presagio di catastrofi – la peste nera, il terremoto; ma le cause di quelle sciagure, diceva il filosofo, vanno cercate “sotto i nostri piedi”. Il guaio è quando i segni terrestri sono più oscuri dei celesti 30 NOV 2013