Chi è Esposito, il democratico che sfida molotov e no Tav Stavolta non gli hanno scaricato dei polli morti davanti a casa, non l’hanno minacciato al telefono, per lettera o via Twitter (tutte cose già accadute). Stavolta tre bottiglie incendiarie sono state messe direttamente sullo zerbino del senatore piemontese del Pd Stefano Esposito, quarantaquattro anni, una compagna e tre figli piccoli. Un vicino di casa le ha trovate alle sette del mattino, e ha suonato il campanello. Esposito stava cambiando la sua bimba di tre mesi, l’ultima nata, poco prima di portare a scuola gli altri due (ai quali ha poi dovuto spiegare, con tutte le cautele ma anche con tutta la tensione del caso, che cosa fosse successo). 14 GEN 2014
Andate e leopoldizzatevi Anche il Cav. ha un sindaco nella manica, giovane e thatcheriano Rinnovarsi per stare al passo con il Pd di Renzi, ha detto il Cav., non avvezzo a celare con fumisterie e linguaggi felpati il pensiero del momento (quello di ieri era: “Spero di essere capolista in tutte le regioni alle europee”). E dunque via libera all’ascesa di Giovanni Toti – puro uomo Mediaset – alla carica di coordinatore di Forza Italia, e via libera a ogni operazione di leopoldizzazione delle energie per la nuova Forza Italia. Lungo questa strada l’altra carta del Cav. è Alessandro Cattaneo, giovane sindaco come Renzi (ma a Pavia). 11 GEN 2014
Ganja style Sarà la crisi, o forse no, ma la marijuana è il nuovo nero Era il tema di nicchia (o da evitare in società). Era il tema scomodo. Era il tema che solo a sentirlo nominare gli appassionati di politica sbuffavano come colti da noia abissale. Era il tema che periodicamente spuntava come campo di battaglia da referendum, convegno Onu, provocazione vintage, intervento mattutino di Marco Pannella a Radio Radicale. Era il punto vagheggiato dai candidati meno noti negli incontri pre-elettorali con i giovani; il punto ignorato, per prudenza, dai programmi politici progressisti; il terreno comune su cui si trovavano d’accordo i “centri” politici di questo e quel partito. 09 GEN 2014
Ciao democrazia diretta. Il caso sardo e il ripudio grillino dello sfogatoio web In principio fu l’assemblea. Come quella del liceo, come quella di un film di Nanni Moretti: l’assemblea come idolo. Ma ora anche i Cinque Stelle, che all’assemblea perenne avevano eretto un altare simbolico, si stanno accorgendo che il cosiddetto “problema di metodo” è di merito: la democrazia diretta non può essere così minuziosamente diretta, pena l’inconcludenza (e, più che altro, l’irrilevanza). 08 GEN 2014
Tanto gentile e tanto onesto è Toti, l’uomo della Leopolda berlusconiana Nel “cherchez l’homme” che è diventata l’attesa della rivoluzione neoberlusconiana c’è un nome ricorrente: Giovanni Toti, quarantacinquenne direttore di Studio Aperto e del Tg4 nel dopo Emilio Fede, da quasi vent’anni in Mediaset. Non un uomo nuovo nel vero senso della parola. Non ancora un politico e non più soltanto un giornalista, se è vero che da tempo Toti è assiduo al desco di Arcore (le decisioni prese o non prese a tavola sono un aspetto del Cav. che va molto a genio a Toti e viceversa, dice chi li conosce entrambi). 27 DIC 2013
EDB, letterata speciale Nel mondo delle favole le fate distribuiscono l’antidoto al dolore e alla morte, ma raramente ne parlano senza bacchetta magica. Bisogna vedere allora che cosa succede quando una donna che delle fate ha l’aspetto biondo, i modi gentili e l’obiettivo di portare in superficie ciò che non è visibile si mette a scrivere una storia molto forte in cui la vita, e l’amore per la vita, scaturiscono direttamente dalla lotta per l’adattamento continuo e a volte rabbioso al dolore più grande. Bisogna vedere che cosa succede quando le fate assumono il punto di vista non retoricamente pro life di chi, essendo confinato dall’amiotrofia spinale in una dimensione “non verticale” (cioè senza uso delle gambe), ma vivendo con forza d’animo e ironia al massimo delle proprie possibilità, non riesce a sentirsi una persona che “sarebbe stato meglio non far venire al mondo”, come le dice qualcuno. 23 DIC 2013
Il Joker del Cav. La carta da gioco con l’anima di metallo affilato, il fiore che spruzza acido, il sigaro esplosivo, il fluido che lascia sul volto delle vittime un sorriso inquietante: sono le armi di Joker, il cattivo intelligente dei fumetti, il folle-non folle con gli occhi bistrati di nero e il ghigno bianco e rosso che improvvisamente si fa sorriso stupefatto di bambino, l’incubo di Batman a Gotham City. Ma una carta da gioco con cuore di metallo e un fiore che lancia acido potrebbero stare benissimo anche nella valigetta dell’ex ministro e professore Renato Brunetta, capogruppo alla Camera del Pdl, prima, e della nuova Forza Italia, poi, e Joker perfetto per la Gotham City delle larghe intese in fase di adattamento all’arrivo di Matteo Renzi. 15 DIC 2013
Tutti gli insulti di Grillo passati in cavalleria da una sinistra che si piace Che Beppe Grillo sia uno che quando non fa qualche pasolinata (poliziotti unitevi alla piazza e non proteggete questi politici, è l’invito di ieri) si alza e dice “vaffanculo” è cosa nota. E’ il suo marchio di fabbrica, inizialmente pure divertente (poi meno, anche per consunzione mediatica delle solite accuse). Grillo dunque dice “vaffanculo” (dal blog o dal vivo), scomunica, non perdona, non dimentica, si infuria, espelle, esplode a suon di “larve, zombie, morti, ladri” contro i partiti e i giornali e qualcuno si offende, altri ci ridono su. 11 DIC 2013
Rottamarsi un po'/9 La vittoria di Renzi come nemesi cercata (e liberazione) per lo schizzinoso Ieri era il giorno della vittoria per Matteo Renzi, ma anche quello della Nemesi (cercata) per lo schizzinoso, colui che diceva “no, Renzi no, non ce la posso fare” soltanto un anno fa, e che ora, dopo aver votato Renzi come spinto dal lato oscuro della forza e dalla necessità, si aggira per strada un po’ estraneo a se stesso, vagamente frastornato ma vagamente alleggerito, e comunque, con sua sorpresa, per nulla in preda all’horror vacui: prima sapeva che cosa non sarebbe mai successo, ora non sa che cosa potrebbe succedere (per giunta sul palco c’è uno che dice “sono il vostro capitano”, frase prima degna delle migliori risate nei salotti radical-chic). 10 DIC 2013
Matteo e il Re del videogioco politico Provare e scartare, provare e scartare. Se non basta, cambiare quadro: altro panorama, altra vita, altri nemici, altre armi, altri punti, altre soluzioni. E’ la regola del videogioco che si estende a realtà anche politiche: Matteo Renzi c’è dentro fino al collo per naturale attitudine, ed è uno dei suoi atout. Manca un giorno alle primarie del Pd e questa è la visione di Antonio Campo Dall’Orto, ex vicepresidente di Viacom International, ex “inventore” e poi amministratore delegato di Mtv Italia, ex direttore de La7 ed ex ad di Telecom Italia Media. 08 DIC 2013