Fotografarsi i diti Fotografarsi in tanti, fotografarsi tutti, dice il Pd bersaniano (nella persona del senatore Miguel Gotor, su Repubblica) ai compagni che sperino di sfuggire alla maledizione della cosiddetta “base”, l’entità spaventosa che, pensano nel partito, farà pagare sempre più cari i “centouno traditori anti Prodi” e le larghe intese, non rinnovando le già poco rinnovate tessere. Fotografarsi tutti, fotografarsi on line, come antidoto e prova di purezza ideologica (“non siamo stati noi” a salvare il Cav., è il messaggio); fotografarsi e darsi in pasto a un social network per una volta (si spera) salvifico – ma le tricoteuse della rete, fameliche, il giorno dopo vorranno vedere l’arma del delitto, e la corda dell’impiccato. 17 SET 2013
Sua latitanza Il Cavaliere latitante: il titolo del film c’è, il manifesto s’immagina, ché soltanto in un film potrebbe risultare non così psicologicamente fuori contesto l’immagine dell’eliporto di Arcore che fa da sfondo a una scena che nemmeno in “Zero dark thirty”, il film di Kathryn Bigelow sulla caccia a Osama bin Laden: le pale del velivolo che roteano felpate nella notte, il buio sempre più spesso attorno, i battiti del cuore, l’adrenalina, nessun faro e nessun telefonino, e magari il tetto della villa che diventa piattaforma da cui spiccare il volo lontano dagli sguardi dei fotografi (mica siamo americani che fuggono da Saigon). Eppure questo è stato pensato e detto: causa eliporto, Arcore è quanto mai sconsigliabile come sede di eventuali arresti domiciliari. 14 SET 2013
Portavoce di chi e di che? Sono i grillini la vera “variabile non prevista” da Grillo Lo sapevano anche prima, i Cinque Stelle: o così o fuori. Hanno firmato carte, gli eletti, hanno visto in quel Grillo-Mangiafuoco sul palco l’arma della catarsi-redenzione-rivalsa, e in quel momento a tutti andava bene così. Sono stati eletti per forza riflessa (del Mangiafuoco), hanno gongolato e tuonato, e però da qualche parte e sempre più non ci stanno. Vogliono parlare, vogliono confrontarsi, vogliono considerare l’idea di un’alleanza, non vogliono tabù, dice il senatore Luis Alberto Orellana, e insomma vogliono la normalità degli altri, quelli da cui ora è difficile, in fondo, sentirsi diversi come si era diversi a parole nei comizi, pena l’irrilevanza se non il ridicolo. 04 SET 2013
Non saremo “bigotti”? La rentrée grillina e l’illusione dell’autocoscienza Neanche cadono le foglie – non ancora – e già la rentrée a Cinque stelle diventa balzo all’indietro nell’inverno turbolento e cavilloso che fu, con escalation tragicomica sulle questioni di metodo: eccoli, i senatori grillini, con la faccia sollevata del dopo vacanze già contratta in un cruccio da stress assembleare gravato per giunta dallo streaming che mai fortuna portò; eccoli intenti ad autoscomporsi in gruppi di sei col resto di uno: “Numeri uno di qua”, “numeri due di là”, “numeri tre nella stanza sette”, diceva ieri pomeriggio, con fare militaresco ma con benedizione assembleare, la senatrice Elisa Bulgarelli, per niente scoraggiata dalle facce perplesse dei colleghi di fronte all’incredibile trovata. 03 SET 2013
Il buttafori Grandeur scaccia grandeur, ad avercela, e in questa storia dei Fori romani pedonalizzati le grandeur in conflitto sono addirittura tre: quella fantasma degli antichi imperatori, quella della Roma fascista ormai architettonicamente inglobata nella Roma moderna e quella del neo sindaco democratico Ignazio Marino alla vigilia della notte d’inaugurazione (stanotte) del parziale stop al traffico sotto al Colosseo (bus, taxi e affini sono ammessi). “Qui hanno camminato Cesare, Cicerone e Catilina”, dice il sindaco in conferenza stampa; “l’operazione è parte del sogno di ridare indietro al mondo questo posto incredibile dove la storia dell’occidente si è sviluppata”, spiega il sindaco mentre un guardingo Herald Tribune parla della “strada dello scontento” e dà spazio, tra le altre cose, al parere contrario degli abitanti dell’Esquilino. 03 AGO 2013
Aspettando il B-day nel Pd, con baruffe in casa e Cinque stelle all’uscio Il “B-day” incombe, può essere oggi come domani (a seconda dei tempi della Cassazione sui diritti Mediaset), ma è come se anche il Pd fosse alla sbarra – forse anche più di B. Da giorni, infatti, l’azione collaterale e indiretta anti larghe intese e anti Partito democratico del fronte del “no” al ddl costituzionale (Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, il Fatto, alcuni settori del Pd stesso), non solo mette in imbarazzo il quotidiano Repubblica che ospita, nello stesso giorno, un Salvatore Settis contrario e un Eugenio Scalfari moderatamente favorevole, ma si salda all’offensiva diretta dei Cinque stelle cui il blog di Beppe Grillo dice: “… dobbiamo aspettare il 30 luglio non per sapere se Berlusconi è colpevole, ma per vedere se cadrà l’ultimo velo dell’impudicizia del Pdmenoelle. 30 LUG 2013
Il Pd decide di rinviare Il patto del “quadrilatero” e lo spleen dei renziani Alla fine portano a casa soltanto un’indicazione di massima per il congresso (da fare entro novembre), i convenuti alla direzione del Pd. Non votano sulle famigerate “regole”, alla fine, e ascoltano con un piede già mezzo fuori dal Nazareno le parole del premier Enrico Letta, che dice quello che aveva detto due giorni prima ai deputati democratici ma con parole meno tranchant, mettendo un “esistono ancora i motivi per cui c’è questo governo” al posto di “non esiste alternativa a questo governo”. Il “sistema si è rotto”, dice Letta, marcando la differenza tra il “riformismo” che il Pd “ha nel Dna” e l’attitudine alla “distruzione del sistema” del M5s, e però il problema è proprio il Dna, il “chi siamo e dove andiamo” di un partito che discute sull’opportunità delle larghe intese. 26 LUG 2013
L’estate grillina passa per Ponza, ma anche per il festival di Giffoni "Bisogna ripulire l'Italia come fece Ercole con le stalle di Augia, enormi depositi di letame spazzati via da due fiumi deviati dall'eroe". Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog. "L'Italia – sottolinea il leader del Movimento 5 stelle – è come una scimmia ipnotizzata da un pitone. Ferma, immobile, paralizzata. La mancanza di una reazione qualunque di fronte alla protervia della politica sconfina nel mistero. Sembra che un intero popolo sia in attesa di qualcosa che verrà, che percepisce, ma non ha ancora messo a fuoco". 24 LUG 2013
La badessa di Montecitorio La frase è lo specchio del tutto, e da quella tocca cominciare: “Chi svolge ruoli istituzionali non può avere la libertà di dire qualsiasi cosa gli venga in mente. Dev’essere all’altezza di questo ruolo. Se non riesce a trattenersi non è in grado di fare bene il proprio mestiere”. L’ha detto il presidente della Camera Laura Boldrini – deputato di Sel ed ex portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati – all’indirizzo del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, per via dell’offesa al ministro dell’Immigrazione Cécile Kyenge, definita “orango” nel corso di una kermesse leghista. Ma se si toglie per un attimo dall’orizzonte il caso Kyenge-Calderoli e l’offesa e le dovute scuse tardive, le parole di Boldrini potrebbero attagliarsi perfettamente al caso Boldrini. 21 LUG 2013
La ministra del primo banco Nel momento peggiore – anno 2006, molta fatica in campagna elettorale e nessuna candidatura alle elezioni politiche, peraltro perse per un soffio dal suo partito – Beatrice Lorenzin, attuale ministro della Salute nel governo Letta, ripeteva a se stessa la frase “la vita non finisce con un’elezione”, ma anche, all’occorrenza, il ritornello motivazionale di un Cav. in versione self-made: “Se non cadi almeno una volta non potrai mai vincere”. Nei momenti migliori (per esempio oggi), Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, predilige le tecniche sommergibili di chi c’è, ma vorrebbe apparire lo stretto indispensabile (ieri, però, intervistata da Vittorio Zincone su Sette, ha espresso qualche dubbio all’idea di vedere Daniela Santanchè a capo della Forza Italia 2.0. 15 LUG 2013