Il castigamatti Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere”: l’aforisma di Wittgenstein campeggia in alto a destra sulla prima pagina del sito di Michele Boldrin, economista, liberista, professore alla Washington University in St. Louis, padre, con altri colleghi, del blog collettivo NoisefromAmerika, americano d’adozione, italiano di ritorno e a tempo, antitremontiano sfegatato (è coautore del libro “Giulio Tremonti, istruzioni per il disuso”), antigrillino nei contenuti, grillesco nei modi, spagnolo per lavoro a Madrid (all’Università Carlos III e poi alla fondazione Fedea) e spagnolo per diletto a Palma di Maiorca, dove possiede una casa meravigliosa che cozza contro l’animo montanaro del padovano Boldrin, uno che per gli amici “è prima di tutto uno scalatore provetto e uno sciatore imperfetto”. 18 FEB 2013
L’apocalisse di Grillo, tra cameramen cacciati e catarsi evocata Piovono meteoriti in Russia, ma non è l’apocalisse disegnata inverosimilmente da Gianroberto Casaleggio, il guru di Beppe Grillo che sogna il “nuovo ordine mondiale”, ottenibile diventando tutti avatar di se stessi sul Web, dopo guerre e sciagure varie. Ma è una pre-apocalisse, quella evocata dal Beppe Grillo che scende dal palco in Val di Susa, per poi mettersi in marcia verso Ivrea, non certo affabile come in alcune interviste a bordo camper (con La 7 per la serata “Bersaglio mobile”, con Alessandro Sortino per “Piazzapulita” – in attesa di andare domani a Sky). 16 FEB 2013
Per chi vota Sanremo La campagna elettorale in pieno inverno, l’ex premier che si ripresenta sugli schermi, i sondaggi in bilico e poi la bomba che cambia tutto: Sanremo non è più Sanremo, ora che il Cav. ha detto la frase che lo trasformerà in convitato di pietra di un festival che doveva mettere la politica nel congelatore a due settimane dal voto (tra il 12 e il 16 febbraio). 09 FEB 2013
Il mistero buffo di Casaleggio nella videoinchiesta sui suoi comandamenti La videoinchiesta su Gianroberto Casaleggio, guru cibernetico di Beppe Grillo, sta girando da due giorni per il Web, ha scalato le classifiche dei social network ed è stata proposta in tv ma ancora non è apparsa sui piccoli schermi. Si chiama “Le verità choc su Casaleggio, tutto quello che Grillo non dice”, e il suo autore, Antonio Amorosi, blogger e giornalista per Affaritaliani.it, ha esaminato da vicino le carte, cioè i bilanci della ex società di Casaleggio, la Webegg, anche fotografati nel video per evidenziare i “buchi di un milione e 932 mila euro nel 2001 e di quindici milioni 938mila euro nel 2002, su un fatturato di ventisei milioni di euro”. 08 FEB 2013
Sorpresa: è Casaleggio junior la nuova eminenza grigia di Grillo Hanno sentito il suo nome all’altro capo del telefono. Hanno capito che è lui quello che fa da ponte con il Beppe Grillo stufo di opporre il gran rifiuto alla tv. “Occhio, il figlio di Casaleggio sta diventando importante”, dicono un po’ scherzando e un po’ no quelli che frequentano i corridoi delle televisioni pubbliche e private in questi giorni di trattative per un dibattito tra candidati premier che per ora è saltato (in Rai, ma poi chissà). Non sanno bene che cosa faccia e da dove venga, “il figlio di Casaleggio”, ma individuano in lui l’uomo del mistero che sempre più fa le veci, e l’interfaccia, del defilato genitore Gianroberto. 30 GEN 2013
Grillo contro Ingroia, e Casaleggio-Axelrod a sognare Piazza del Popolo L’ha chiamato “bidone aspiratutto” ma non bastava: Beppe Grillo sta andando sempre più massicciamente all’attacco di Antonio Ingroia, suo fratello-coltello nella corsa all’accaparramento del voto arrabbiato o incerto, e lo sta facendo, all’occorrenza, anche per interposta persona. Da qualche giorno, infatti, sul blog dell’ex comico compaiono lunghi post anti-Ingroia firmati da altri (dal blogger Piero Ricca, e ieri dal sostenitore Cristiano Marinelli) in cui la “Rivoluzione civile” dell’ex procuratore di Palermo viene messa sotto processo per il “leaderismo” (da che pulpito – ma Grillo, unico leader dell’M5s, ci tiene a non essere definito tale) nonché per la non risolta “ambiguità magistratura-politica”. 29 GEN 2013
Eclisse DiCaprio Voglio parlare del nulla e comportarmi come un idiota, girare con gli amici, eclissarmi, annoiarmi, migliorare un po’ il mondo e fare il bene del pianeta, ha detto Leonardo DiCaprio senza citare il solito Al Gore, suo compagno di militanza verde, ma senza neppure alludere ai precetti di vita ecologica che fanno assomigliare alcune sue interviste ai proclami di un grillino candidato alle parlamentarie: chilometro zero, spreco d’acqua zero, frugalità a mille, petrolio vade retro, riciclo e macchine elettriche – e non importa a nessuno che sia vero o vero soltanto a metà, ché è l’intenzione quella che conta. 28 GEN 2013
Come e perché Ingroia si è ritrovato travolto da un insolito partito taxi La vita da candidato premier è dura e l’ex procuratore Antonio Ingroia non si sta divertendo come quando beveva vino rosso in video per salutare gli amici italiani e scriveva diari dal Guatemala sul Fatto quotidiano. Fa la faccia torva, ora, Ingroia, al massimo dice “basta barzellette” se gli chiedono conto dei suoi rapporti futuri con il Pd e urla “provocatore, provocatrice!” a chi gli fa domande in televisione (è capitato ad Alessandro Sallusti ma pure a Conchita Sannino di Repubblica – da Lucia Annunziata, a “Leader”, su Rai 3). 22 GEN 2013
Maledetta canzonetta, i grillini vogliono l’inno cupo e Grillo cattivo A forza di predicare indignazione e frugalità, Beppe Grillo ha creato un mostro: una parte della sua base non solo non ha alcuna voglia di leggerezza, ma sanziona anche la più piccola deviazione dal sentiero “cupezza & apocalisse”. Aveva forse pensato di addolcire un po’ i toni del vendicatore bisbetico, Grillo, anche per risollevare i sondaggi, e dunque, per accompagnare il suo “Tsunami tour” tra piazze gelate e tuffi sulla folla, aveva messo in bella vista sul suo blog l’inno “L’urlo della Rete”, scritto da Leonardo Metalli e Raffaello Di Pietro, rispettivamente giornalista e musicista Rai, fulminati dalla creatività al termine di una mattinata di code, multe, tasse, chiacchiere e lamentele nell’ufficio postale di Viale Mazzini. 19 GEN 2013
Così la sequoia Bersani ha trasformato il grigio nella sua arma anti cabaret Essere grigio, quella è l’arma e non la zavorra, e infatti Pier Luigi Bersani non la dismette, l’arma che pare zavorra, e anzi ieri l’ha rilanciata. Chissà cosa gli diranno, ora che ha dichiarato solennemente che lui no, lui, Bersani, il “cabaret” elettorale e il “bar sport” proprio non li fa, gli sembrano “fuori dai binari” e non lo “soddisfano per niente”. Gli avevano detto “caro Bersani complimenti per la campagna immobile, scarpe con la para e telefoni silenziati” (Maurizio Crozza), “caro Bersani deve cominciare a insultare qualcuno” (Fiorello), “caro Bersani lei non dà mai un titolo, non detta l’agenda” (Massimo Gramellini). 18 GEN 2013