’O scassatutto Adesso che Luca Cordero di Montezemolo regala parole da imprenditore solidale agli indignados italiani pronti a scendere in piazza il 15 ottobre (“la loro protesta è per certi aspetti comprensibile”, ha detto), il sindaco di Napoli Luigi De Magistris – che già il 15 settembre annunciava “sarò in piazza il 15 ottobre” – dovrà dire una volta di più quello che da qualche giorno va ripetendo: “Montezemolo e Profumo? Non saranno loro a cambiare il paese”. 16 OTT 2011
Quant’è comodo il martirio a dieci euro di Santoro (bastona pure l’Unità) E va bene che Michele Santoro è il professionista, il mattatore, quello che fa il botto di pubblicità, quello che fa il botto di ascolti, quello che compare scuro in volto e tutti zitti, quello che dice “vaffa” in diretta a un direttore generale Rai (Mauro Masi, intercettato a Trani). E va bene che Michele Santoro, dicendosi vieppiù “epurato” e “vessato” (dopo due anni di trattative, prima con la Rai e poi con La7 in fase espansiva) si è messo fuori dal servizio pubblico e da tutta la tv generalista in nome di quello che secondo lui è il vero “servizio pubblico”. 12 OTT 2011
Consumare a Ponte Milvio Giocare, ascoltare, comunicare, ricordare: verbo all’infinito sul muro e infinite stanze. Sembra di stare in un film di Paolo Sorrentino, con Sean Penn ex rocker depresso che chiede alla moglie chi mai possa aver scritto a caratteri cubitali “cuisine” sopra il tavolo da pranzo, e invece siamo a Roma, Roma nord, e chissà a chi è venuta in mente l’idea di quella sfilza di verbi in “are” messi lì a far da corona, sulla parete, alle merci tecnologiche esposte in bell’ordine nel palazzetto Trony, nuovo centro commerciale a Ponte Milvio. 09 OTT 2011
Ma gli indignados romani da che parte vanno? “Hanno occupato”. “No, hanno solo fatto un blocco”. “Sono passati con le braccia alzate”. “Hanno fatto suonare una sveglia davanti a Palazzo Chigi” . “Non hanno fatto passare i treni”. Da quando, più o meno un anno fa, le ottobrate di proteste studentesche si sono fatte “flash mob”, e cioè assembramenti di folla con ambizioni situazioniste, il passaparola cittadino fa perno sugli informatori più aggiornati, gli autisti Atac. Si è diffusa questa voce della stazione Ostiense occupata dagli studenti – uscite bloccate, pericolo di carica. 07 OTT 2011
La Rai, bella e invincibile La Rai è in coma, la Rai è morta, la Rai è in pericolo, il canone Rai è la tassa più odiata dagli italiani (sondaggio sul Corriere, qualche giorno fa), la Rai va venduta, la Rai è un carrozzone vuoto, in Rai sono tutti “servi della politica” (Simona Ventura a Vanity Fair, dopo il passaggio a Sky), in Rai ci si sente “precari” (Fabio Fazio, prossimamente in onda su Rai e La7), la “Rai ci ha rotto” (Patrizia Mirigliani, patron Miss Italia), “ha senso restare” in questo cda Rai? (Nino Rizzo Nervo, consigliere di centrosinistra dopo il niet del cda a Serena Dandini), “ha senso restare in Rai?” 25 SET 2011
Da Arbasino alla “guerra” di Capalbio, involuzione del premio letterario Il premio Boccaccio alla fine Alberto Arbasino se l’è preso, ma le sue parole restano: “Lunghe cene e lunghe colazioni, omaggi a tutte le istituzioni, ritardi: mi sono stufato e me ne sono andato”. Resta che Alberto Arbasino dal premio Boccaccio se n’è andato (con un vaffa alla presentatrice insistente e tanti saluti alle insostenibili “fanfaluche”, per dirla con Boccaccio stesso). Ed è il segno (finale?) di un’involuzione. Perché prima, a sentire quei nomi (Strega, Campiello, Viareggio, Bagutta), ci si immaginava un rito, un omaggio a un passato di cenacoli, ninfei, versilie e salotti. 18 SET 2011
Non è che la Dandini, forse forse, ce la può fare anche a prodursi in Rai? Serena Dandini è pur sempre Serena Dandini, e se dice “in Rai non mi vogliono” rischia di far morire di crepacuore tutti. Serena Dandini è pur sempre Serena Dandini, e anche se ora si tratta (la società di produzione esterna Fandango forse farà alla Rai uno “sconto”), l’idea di una Dandini sull’Aventino scatena subito una madeleine di tv delle ragazze e imitazioni dopo cena, Guzzanti agli albori e ultimi canti di Kurt Cobain, culto di “Avanzi” e tormentone “la-seconda-che-hai-detto”, romanesco vezzoso e parodia di Francesco Rutelli da cliccare in eterno su youTube (“a Berlusco’, ricordate degli amici”). 15 SET 2011
Lepore, il procuratore capo diverso (troppo?) dalla sua procura Si vedeva una settimana sì e una no – finalmente – nell’amata casa in costiera, il procuratore capo di Napoli Giovandomenico Lepore, pensione a dicembre e pasticciaccio Lavitola-Tarantini che lo tiene al chiodo. Pregustava l’immersione negli adorati teatri napoletani, Giovandomenico Lepore detto Mimì, melomane come la moglie Gloria, decenni di matrimonio solido e un figlio architetto da andare a trovare a Milano, in attesa della prima della Scala. Si immaginava come uno che mette in ordine scatoloni e pensieri in prossimità di una gentile dissolvenza di carriera, Lepore. 15 SET 2011
"Lunga vita a voi e a me" Si fanno strada tra porchette, magliette contro il Trota e acque naturizzate i trolley degli ultimi trafelati partecipanti di Atreju, la festa dei giovani pdl. Sono napoletani, sono in ritardo e sono arrivati per sentire il premier. Di fronte alle porte chiuse dubitano (“magari non viene”), si sbracciano (“fateci entrare”), subito redarguiti da un collega romano (“c’è posto per tutti, e il premier è sempre venuto”). Il posto c’è, in effetti, come fa notare un Cav. in versione direttore di scena a Canale 5. 09 SET 2011
Il “banchiere buono” Profumo (e gli altri) nella Milano orfana del Tetta Per un cardinale Dionigi Tettamanzi che pronuncia l’ultima messa da arcivescovo (stasera in Duomo a Milano) c’è un papa straniero che dalla Milano di Tettamanzi laicamente s’affaccia a sinistra. Laicamente, direbbe Alessandro Profumo, uno che del cattolicesimo democratico ha i geni in famiglia (la moglie Sabina) ma che papa straniero non vuole sembrare, tanto che fa un passettino verso la politica, sì, ma con lessico dimesso (“se serve non mi tiro indietro”). 08 SET 2011