L'aperitivo del Mobile è cambiato. E la Lega non c'entra. Ci siamo accorti che a Milano non si scalpitava soltanto per l’eventuale secessione nordista del Partito democratico (con o senza Sergio Cofferati) o per il dilagare della Lega e dei superalcolici nelle case della Brera radical-chic, un tempo bertinottiane e vinodipendenti – e sarà pure un effetto-domino delle fabbriche che ora votano Bossi invece del Prc e bevono birra invece del vino rosso fermo, ma perché servire cocktail multicolor sulle terrazze di via Solferino, ci chiediamo? Non è pur sempre meglio un bianco secco? Misteri del Salone. 21 APR 2008
Regole per l'aperitivo-ombra Stiamo ancora aspettando la lista del governo Berlusconi III nonché quella dello “shadow cabinet” (governo ombra, ndt) di Walter Veltroni, ma non riusciamo a temporeggiare oltre. E’ venuto il momento di porre la seguente domanda: dove potranno gli elettori del Pd sconfitti, per non parlare di quelli della Sinistra l’Arcobaleno annientata, prendere un sereno aperitivo-ombra, avviando nel contempo un dialogo istituzionale con gli aperitivisti del Pdl? 16 APR 2008
Teoria e prassi dell'aperitivo in campagna elettorale. Astenersi amiche astemie In tempi di dichiarazioni di voto, constatiamo l’impossibilità di votare per la lista che abbiamo nel cuore (“Aperitivo? Sì grazie”). Per giunta, siamo costretti quest’oggi a rinunciare all’aperitivo serale causa raccolta (coatta) di pareri elettorali dei foglianti, compito assegnatoci dal duo vicedirettoriale di questo giornale. 10 APR 2008
Dopo le bollicine di Di Pietro e il succo d'ananas di Melandri&Madia, il vinello del radicalaccio Staderini A pensarci prima, che idea: abbinare a ogni lista elettorale un drink. Niente liti tra chi deve tenere la falce e chi il martello, chi lo scudo e chi il crociato. Nessuna quercia resuscitata, nessun arcobaleno triplicato, nessuna rosa tolta al suo pugno. Macché. Bastava scrivere su santini, lettere, programmi e schede il nome del partito o della lista e, al posto del simbolo (sempre a rischio contesa), riprodurre la foto del drink assegnato in abbinamento (previa riunione di direzione, direttivo o comitato). 05 APR 2008
Non scoperchiate i navigli, ma clonate il Royalto Veltroni combatte l’astensione, e ci mancherebbe. Ma, caro Walter, lo sai che il primo aprile (e non era un pesce) l’astensione ci è stata addirittura imposta per disposizione delle autorità locali, proprio nella tua Roma? La partita Roma-Manchester, di cui non sospettavamo l’avvento, ci ha infatti costretti a uniformarci al divieto prefettizio di servire (e bere?) alcolici dalle 21 alle 23. Pertanto siamo stati obbligati ad astenerci dall’aperitivo, giacché mai e poi mai ci saremmo piegati a mandare giù un analcolico gravato da pezzi di frutta navigante. 02 APR 2008
L'aperitivo elettorale con Melandri e Madia? "Nun se po' ffa" Certo, Francesco Rutelli c’azzecca più di Antonio Di Pietro con l’aperitivo (perlomeno è abbronzato), ma insomma non pensavamo di doverlo nominare in queste sede, per giunta dopo aver dedicato una puntata di questa rubrica al neoaperitivista ministro uscente delle Infrastrutture, organizzatore di bevute elettorali a orari normali (ovvero nel tardo pomeriggio-sera). E invece ci tocca citare Rutelli, letteralmente: “Nun se po’ ffa” (frase proferita dal candidato sindaco, parafrasando il candidato premier, in un campo nomadi, tempo fa). Nun se po’ ffa’, dicevamo, un aperitivo elettorale alle ore 12 di lunedì, specie se successivo all’iniziativa alcolica dipietrista. 31 MAR 2008
Che c'azzecca Di Pietro con l'happy hour? Questa non ce la aspettavamo, non essendo noi Walter Veltroni. Non ci aspettavamo di dover fronteggiare il fuoco-amico di Antonio Di Pietro. E invece, proprio nel giorno in cui ci apprestavamo a rispondere ad alcune critiche sopraggiunte da Nord a questa rubrica, al grido di “l’aperitivo è torinese”, Di Pietro ha organizzato un aperitivo. Già è difficile capire che cosa c’azzecchi Di Pietro con l’happy hour, sia esso a base di vino, birra o mojito (drink garantista nonostante i trascorsi antilibertari cubani, garantiamo noi). Già facciamo fatica a vedere Di Pietro con in mano un Martini dry, meglio se dell’Hotel Plaza di New York, come consiglia un lettore bon vivant. 27 MAR 2008
Ci siamo piegati al sushi in concomitanza con l’incrudelirsi della propaganda cinese Abbiamo capito che è impossibile essere alcolicamente avveduti e, allo stesso tempo, politicamente solidali con il Tibet. E questo perché, a voler fare un’azione mirata e capillare di boicottaggio della Cina, a non voler essere gli ultimi a muoversi dopo Nicolas Sarkozy, ci tocca, a questo punto, favorire indirettamente il Giappone, paese che pure ci crea inquietudine preventiva, e quindi piegarci all’aperitivo-sushi – durante il quale si può forse, con molta fortuna, mangiare decentemente, ma non altrettanto decentemente bere. 25 MAR 2008
Basta con la generazione degli happy hour Il nostro giovane collega Luigi De Biase, ventotto anni e nessuna propensione per il mojito, minaccia di scriverci una pubblica lettera di dissociazione antiaperitivista poiché è stufo “di veder imperversare la generazione degli happy hour”. Ohibò, siamo noi, abbiamo pensato lì per lì, sgomenti sia per la minaccia di una pubblica lettera di dissociazione sia per il fatto di essere considerati “altra generazione” dai ventottenni. Poi abbiamo capito. 15 MAR 2008
Ritirate fuori il Cinzano, è ora di farlo Da alcolicamente grezzi quali siamo – gente che appunto non si stanca del mojito, definito da un nostro conoscente snob “drink per turisti italiani a Formentera” (e manco a dirlo siamo stati pure a Formentera) – abbiamo trasecolato nel leggere la gentile mail di precisazione dell’amico e radicale storico Angiolo Bandinelli: “Anche io adoro gli aperitivi, anzi vado matto per il Cinzano bianco secco, ma non tutti i bar lo hanno”. 14 MAR 2008