Il ritratto firmato Marianna Rizzini del 20 ottobre 2007 La piccola Evita di An Un giorno vai all’aeroporto. Incontri Veltroni, lo saluti, ti saluta. Poi, proprio mentre se ne va, lui tira fuori quell’aria paterna e ti dice: hai visto che già ti vogliono bruciare? Ma tu dai retta a me: sono tutte cazzate. Un giorno, non molti giorni fa – narra un testimone – questo è accaduto all’onorevole Giorgia Meloni, vicepresidente trentenne della Camera dei deputati, leader di Azione giovani e, dicono gli esegeti del pensiero finiano (nel senso di Gianfranco Fini), possibile futuro leader di Alleanza nazionale. 17 MAG 2008
Parigi val bene un aperitivo, ma non al Deux Magots. Consigli a Fini e Schifani Sarà pur vero che Simone de Beauvoir ha ucciso Madame Bovary (lo scrive Bernard-Henry-Lévy e lo riporta il Corriere della Sera), ma sorge il dubbio che la scrittrice, come par di capire dalle ultime interpretazioni biografico-letterarie, abbia avuto, sotto sotto, anche una voglia matta di uccidere Jean Paul Sartre, specie dopo tutti quegli anni di crudelissima coppia aperta e tutti quegli aperitivi in sua esclusiva compagnia al caffè letterario Deux Magots, a Saint Germain des Prés, a Parigi. Un luogo dove ci si può fermare per la colazione con sommo piacere, ma per l’aperitivo, per favore, no. 15 MAG 2008
Aperitivisti (rutelliani e no) uniti: "Adesso emigro" “Adesso emigro”. Questa da oggi sarà la frase da aperitivo (rutelliano e no). La vittoria di Alemanno non c’entra, e d’altronde l’animo aperitivista, che alberga in ogni polo e in ogni partito, al secondo bicchiere dimentica gli steccati (sempre che non venga toccato il diritto d’aperitivo, come si è visto per le ordinanze prefettizie veltroniane anti alcool, durante le partite – che c’entri qualcosa con l’esito del voto?). No. La questione è più seria. Siccome sono due settimane che tutti parlano di Roma, la gente che cosa fa? Si butta a Roma. E la gente che si butta a Roma prende aperitivi a gò-gò. 29 APR 2008
L'aperitivo del Mobile è cambiato. E la Lega non c'entra. Ci siamo accorti che a Milano non si scalpitava soltanto per l’eventuale secessione nordista del Partito democratico (con o senza Sergio Cofferati) o per il dilagare della Lega e dei superalcolici nelle case della Brera radical-chic, un tempo bertinottiane e vinodipendenti – e sarà pure un effetto-domino delle fabbriche che ora votano Bossi invece del Prc e bevono birra invece del vino rosso fermo, ma perché servire cocktail multicolor sulle terrazze di via Solferino, ci chiediamo? Non è pur sempre meglio un bianco secco? Misteri del Salone. 21 APR 2008
Regole per l'aperitivo-ombra Stiamo ancora aspettando la lista del governo Berlusconi III nonché quella dello “shadow cabinet” (governo ombra, ndt) di Walter Veltroni, ma non riusciamo a temporeggiare oltre. E’ venuto il momento di porre la seguente domanda: dove potranno gli elettori del Pd sconfitti, per non parlare di quelli della Sinistra l’Arcobaleno annientata, prendere un sereno aperitivo-ombra, avviando nel contempo un dialogo istituzionale con gli aperitivisti del Pdl? 16 APR 2008
Teoria e prassi dell'aperitivo in campagna elettorale. Astenersi amiche astemie In tempi di dichiarazioni di voto, constatiamo l’impossibilità di votare per la lista che abbiamo nel cuore (“Aperitivo? Sì grazie”). Per giunta, siamo costretti quest’oggi a rinunciare all’aperitivo serale causa raccolta (coatta) di pareri elettorali dei foglianti, compito assegnatoci dal duo vicedirettoriale di questo giornale. 10 APR 2008
Dopo le bollicine di Di Pietro e il succo d'ananas di Melandri&Madia, il vinello del radicalaccio Staderini A pensarci prima, che idea: abbinare a ogni lista elettorale un drink. Niente liti tra chi deve tenere la falce e chi il martello, chi lo scudo e chi il crociato. Nessuna quercia resuscitata, nessun arcobaleno triplicato, nessuna rosa tolta al suo pugno. Macché. Bastava scrivere su santini, lettere, programmi e schede il nome del partito o della lista e, al posto del simbolo (sempre a rischio contesa), riprodurre la foto del drink assegnato in abbinamento (previa riunione di direzione, direttivo o comitato). 05 APR 2008
Non scoperchiate i navigli, ma clonate il Royalto Veltroni combatte l’astensione, e ci mancherebbe. Ma, caro Walter, lo sai che il primo aprile (e non era un pesce) l’astensione ci è stata addirittura imposta per disposizione delle autorità locali, proprio nella tua Roma? La partita Roma-Manchester, di cui non sospettavamo l’avvento, ci ha infatti costretti a uniformarci al divieto prefettizio di servire (e bere?) alcolici dalle 21 alle 23. Pertanto siamo stati obbligati ad astenerci dall’aperitivo, giacché mai e poi mai ci saremmo piegati a mandare giù un analcolico gravato da pezzi di frutta navigante. 02 APR 2008
L'aperitivo elettorale con Melandri e Madia? "Nun se po' ffa" Certo, Francesco Rutelli c’azzecca più di Antonio Di Pietro con l’aperitivo (perlomeno è abbronzato), ma insomma non pensavamo di doverlo nominare in queste sede, per giunta dopo aver dedicato una puntata di questa rubrica al neoaperitivista ministro uscente delle Infrastrutture, organizzatore di bevute elettorali a orari normali (ovvero nel tardo pomeriggio-sera). E invece ci tocca citare Rutelli, letteralmente: “Nun se po’ ffa” (frase proferita dal candidato sindaco, parafrasando il candidato premier, in un campo nomadi, tempo fa). Nun se po’ ffa’, dicevamo, un aperitivo elettorale alle ore 12 di lunedì, specie se successivo all’iniziativa alcolica dipietrista. 31 MAR 2008
Che c'azzecca Di Pietro con l'happy hour? Questa non ce la aspettavamo, non essendo noi Walter Veltroni. Non ci aspettavamo di dover fronteggiare il fuoco-amico di Antonio Di Pietro. E invece, proprio nel giorno in cui ci apprestavamo a rispondere ad alcune critiche sopraggiunte da Nord a questa rubrica, al grido di “l’aperitivo è torinese”, Di Pietro ha organizzato un aperitivo. Già è difficile capire che cosa c’azzecchi Di Pietro con l’happy hour, sia esso a base di vino, birra o mojito (drink garantista nonostante i trascorsi antilibertari cubani, garantiamo noi). Già facciamo fatica a vedere Di Pietro con in mano un Martini dry, meglio se dell’Hotel Plaza di New York, come consiglia un lettore bon vivant. 27 MAR 2008