La donna che sfidò lo Squalo La battuta è facile, ma The Iron Lady è lei, non la Margaret Thatcher impersonata da Meryl Streep al cinema in questi giorni. Si chiama Georgina Hope Rinehart, per gli amici Gina, il 9 febbraio compirà 58 anni, non ha l’eleganza della Thatcher né della sua interprete, è una signora paffuta e poco curata che però si appresta a diventare la donna più ricca del mondo e forse la sfidante dell’impero Murdoch nei media. 02 FEB 2012
Talking about Italy Sfiziosa nota politica di Citigroup sull’Italia che verrà Il presidente del Consiglio, Mario Monti, porterà forse all’implosione della Seconda Repubblica e alla nascita della Terza (meglio, “Italy 3.0”), ma non sarà lui a guidarla. Non è l’opinione di un notista politico molto introdotto, bensì di due analisti di una delle principali banche al mondo, Citigroup. Il rapporto si chiama “Talking about italian politics. Some rays of light in a complicated country”: è forse uno dei migliori pezzi giornalistici su quanto c’è da attendersi dalla politica italiana nei prossimi mesi. 01 FEB 2012
En attendant Merkel, anche il summit di Davos si fa il social network E' stata la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ad aprire i lavori del World Economic Forum di Davos che oggi inaugura la sua quarantaduesima edizione. Tra gli ospiti attesi, il presidente della Bce, Mario Draghi, il segretario americano al Tesoro, Timothy Geithner, il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, il premier britannico David Cameron, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurrìa. 25 GEN 2012
Liberiamoci dallo stato In casa Friedman l’atmosfera deve essere vivace: con un nonno, Milton, che aveva vinto il Nobel nel 1976, ma anche figli e nipoti non propriamente inconcludenti. Come David D. Friedman, dove la D sta per “Director” ed è uno dei misteri insondabili dell’onomastica americana, figlio del grande economista oltre che economista in proprio. 22 GEN 2012
Così la grande rissa tra krugmaniani e Chicago boys invade i blog I rapporti tra economisti keynesiani e colleghi della Scuola di Chicago non sono mai stati idilliaci, ma ci voleva la grande crisi (e l’invenzione dei blog) per arrivare allo scontro quasi fisico tra le due correnti di pensiero e i loro rappresentanti. Che il match intellettuale fosse salito di tono era evidente sin dal primo di gennaio. Che il match intellettuale fosse salito di tono era evidente sin dal primo di gennaio, quando il premio Nobel Paul Krugman dalle colonne del New York Times aveva scritto che “chi si affida a economisti della Heritage Foundation ha dovuto attendere che Barack Obama venisse eletto per capire che i deficit di bilancio avrebbero mandato i tassi di interesse alle stelle. Che tempismo!”. Leggi Francia, appello a Draghi: basta con le banche pingui e gli stati miseri 04 GEN 2012
L’isteria dell’austerity L’austerity ci ucciderà tutti, non solo nel lungo ma anche nel breve periodo. E’ questo il succo dell’ennesimo editoriale di ieri sul New York Times di Paul Krugman (“Nessuno capisce il debito”) in cui il premio Nobel si lancia nell’affondo forse più keynesiano della sua lunga carriera. “I critici della spesa in deficit – scrive Krugman – dipingono uno scenario in cui saremo impoveriti dal bisogno di ripagare il denaro preso in prestito. Vedono l’America come una famiglia che ha preso un mutuo troppo alto e che passerà i guai nel ripagare le rate mensili”. 02 GEN 2012
Buffett compra un giornale (senza passare in edicola) Warren Buffett inverte la rotta e fa shopping nella carta stampata 01 DIC 2011
Il keynesiano doc di Madeira Ecco l’isola portoghese dove il governatore non fa sbarcare l’austerity Il Portogallo potrebbe mancare gli obiettivi della riduzione del disavanzo per il 2011 individuati nel piano di aiuti accordato al paese da Unione europea e Fondo monetario internazionale. Lo ha dichiarato ieri il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, aggiungendo che “inevitabilmente, le misure attuate per ridurre il deficit hanno inciso principalmente sul lato delle entrate”. 19 OTT 2011
Un rompighiaccio in Confindustria Sergio Marchionne è un alieno per questa Confindustria, certo, ma allo stesso tempo si inserisce in una grande tradizione di rupture lunga come la storia Fiat. Ne è sicuro Giancarlo Galli, giornalista economico e saggista, “fiatologo” di lungo corso, autore di “Gli Agnelli. Il tramonto di una dinastia” (Mondadori, 2003). Galli, in un colloquio con il Foglio, prima elogia il “realismo” che ha spinto l’ad di Fiat a “internazionalizzarsi, a differenza dei sindacati e – ancora più grave – a differenza dell’attuale Confindustria”. Poi spiega perché il manager abbia in realtà stretti legami con i suoi predecessori. 06 OTT 2011
Posen, il keynesiano “charming” che chiede a Londra un po’ di liquido John Maynard Keynes sarebbe orgoglioso dell’allievo. L’allievo in questione è Adam Posen, membro laico del comitato di politica monetaria della Banca d’Inghilterra – cioè l’organismo operativo supremo cui spettano le decisioni finali sui tassi di interesse – che sta spingendo perché Bank of England metta in atto un nuovo maxi acquisto di titoli di stato, per risollevare l’economia e scongiurare la recessione. Leggi Un banchiere stufo dei moralisti 26 SET 2011