Così la grande rissa tra krugmaniani e Chicago boys invade i blog I rapporti tra economisti keynesiani e colleghi della Scuola di Chicago non sono mai stati idilliaci, ma ci voleva la grande crisi (e l’invenzione dei blog) per arrivare allo scontro quasi fisico tra le due correnti di pensiero e i loro rappresentanti. Che il match intellettuale fosse salito di tono era evidente sin dal primo di gennaio. Che il match intellettuale fosse salito di tono era evidente sin dal primo di gennaio, quando il premio Nobel Paul Krugman dalle colonne del New York Times aveva scritto che “chi si affida a economisti della Heritage Foundation ha dovuto attendere che Barack Obama venisse eletto per capire che i deficit di bilancio avrebbero mandato i tassi di interesse alle stelle. Che tempismo!”. Leggi Francia, appello a Draghi: basta con le banche pingui e gli stati miseri 04 GEN 2012
L’isteria dell’austerity L’austerity ci ucciderà tutti, non solo nel lungo ma anche nel breve periodo. E’ questo il succo dell’ennesimo editoriale di ieri sul New York Times di Paul Krugman (“Nessuno capisce il debito”) in cui il premio Nobel si lancia nell’affondo forse più keynesiano della sua lunga carriera. “I critici della spesa in deficit – scrive Krugman – dipingono uno scenario in cui saremo impoveriti dal bisogno di ripagare il denaro preso in prestito. Vedono l’America come una famiglia che ha preso un mutuo troppo alto e che passerà i guai nel ripagare le rate mensili”. 02 GEN 2012
Buffett compra un giornale (senza passare in edicola) Warren Buffett inverte la rotta e fa shopping nella carta stampata 01 DIC 2011
Il keynesiano doc di Madeira Ecco l’isola portoghese dove il governatore non fa sbarcare l’austerity Il Portogallo potrebbe mancare gli obiettivi della riduzione del disavanzo per il 2011 individuati nel piano di aiuti accordato al paese da Unione europea e Fondo monetario internazionale. Lo ha dichiarato ieri il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, aggiungendo che “inevitabilmente, le misure attuate per ridurre il deficit hanno inciso principalmente sul lato delle entrate”. 19 OTT 2011
Un rompighiaccio in Confindustria Sergio Marchionne è un alieno per questa Confindustria, certo, ma allo stesso tempo si inserisce in una grande tradizione di rupture lunga come la storia Fiat. Ne è sicuro Giancarlo Galli, giornalista economico e saggista, “fiatologo” di lungo corso, autore di “Gli Agnelli. Il tramonto di una dinastia” (Mondadori, 2003). Galli, in un colloquio con il Foglio, prima elogia il “realismo” che ha spinto l’ad di Fiat a “internazionalizzarsi, a differenza dei sindacati e – ancora più grave – a differenza dell’attuale Confindustria”. Poi spiega perché il manager abbia in realtà stretti legami con i suoi predecessori. 06 OTT 2011
Posen, il keynesiano “charming” che chiede a Londra un po’ di liquido John Maynard Keynes sarebbe orgoglioso dell’allievo. L’allievo in questione è Adam Posen, membro laico del comitato di politica monetaria della Banca d’Inghilterra – cioè l’organismo operativo supremo cui spettano le decisioni finali sui tassi di interesse – che sta spingendo perché Bank of England metta in atto un nuovo maxi acquisto di titoli di stato, per risollevare l’economia e scongiurare la recessione. Leggi Un banchiere stufo dei moralisti 26 SET 2011
C’è del marcio (ma anche del nobile) nelle agenzie di rating Le agenzie di rating americane vengono da Marte, quelle europee da Venere. Almeno a giudicare dagli avvenimenti di questi giorni: in primis le clamorose confessioni del veterano William J. Harrington, per 11 anni analista e vicepresidente di Moody’s, che ha vuotato il sacco con una memoria di 78 pagine recapitata alla Sec, la Consob statunitense, che da mesi sta tentando di riformare il sistema. Il “cahier de doléances” di Harrington, ripreso dal Washington Post, è un attacco frontale a Moody’s. 24 AGO 2011
Le scene fantozziane che hanno permesso a Pechino di battere Hollywood A Pechino e Shanghai nessun problema di cinema chiusi, almeno in questa estate di grazia 2011, che vede trionfare il blockbuster annunciato “Fondazione di un partito” (in lingua originale “Jian Dang Wei Ye”), dove il partito naturalmente è quello Popolare cinese, di cui quest’anno ricorre il novantesimo anniversario. Il film, con un cast di 178 attori – tra cui nomi noti anche in occidente come John Woo, regista tra gli altri di “Face Off” e “Mission Impossible 2”, e qui invece attore – è il secondo capitolo di una saga iniziata nel 2009 con un altro cinepanettone alla cantonese. 23 AGO 2011
La crisi greca diventa una sitcom Fa il 60 per cento di share il programma “Generazione 592 euro” (in greco, “E genìa ton 592 euro”), andato in onda per la prima volta in ottobre 2010 in prima serata e che da mesi sta tenendo attaccata alla televisione soprattutto la generazione di riferimento, i ragazzi tra i 14 e i 24 anni che si rispecchiano nei protagonisti di questa serie di “giovani, carini e disoccupati”, tutti almeno laureati e di ritorno dopo costosi master e Ph.D. all’estero, che non sono serviti a nulla al ritorno in una Atene in piena eurocrisi. 07 AGO 2011
I segreti del titolista che con il NyPost (di Murdoch) anticipò Twitter Se ne va un altro pezzo dell’impero Murdoch. Ma questa volta non c’entrano gli scandali e le intercettazioni, è un mero superamento dei limiti di età: eppure il mondo dei tabloid del tycoon australiano ne risentirà comunque perché ad andare in pensione è Vincent A. Musetto, che per venticinque anni è stato il critico cinematografico di punta del New York Post. Ma Musetto è noto tra gli addetti ai lavori soprattutto per essere stato l’inventore dei più geniali titoli che il quotidiano popolare di Manhattan (l’anti New York Times per eccellenza) abbia sfornato. 02 AGO 2011