Cameron dà lezioni federaliste all’Ue per non perderci un trilione “Make-up or break-up” è la sintesi dell’analisi che il premier inglese, David Cameron, ha fatto ieri della crisi dell’Eurozona. Non ci sono più alternative: o il continente si decide ad attuare una politica fiscale comune, un federalismo vero, o la disintegrazione è più che probabile. Il costo di un’uscita caotica della Grecia dall’euro è stata stimata, scriveva ieri il Guardian, in un trilione di dollari. Leggi Europei in cerca di un piano anticontagio per rassicurare Obama - Leggi Hamilton, chi era costui? 18 MAG 2012
Diario della bolla Scusate, ma io c’ero. Quando alla fine degli anni Novanta scoppiò l’enorme bolla internettiana in faccia a giovani di belle speranze che volevano cambiare il mondo un business plan alla volta, io c’ero. Ero una di loro. Ero in California, a godermi il mio regalo di laurea (otto mesi a girare il mondo), studiavo inglese, volevo imparare ad addestrare delfini, quelli che vanno a sminare i mari, venivo interrogata dagli americani che mi dicevano: “Tu che sei italiana, lo sai per forza. Che cos’è il Kosovo?”, rispondevo con tutto il clintonismo possibile (che era oltre la soglia di tolleranza persino dei clintoniani), e preparavo business plan. 17 MAG 2012
Poster boy Ci sono le ragazze fortunate, quelle che hanno sposato i loro poster in camera, Kate Middleton e Kate Holmes, ma sono esseri di un altro pianeta, una fa la principessa, l’altra manda la figlia di cinque anni in giro coi tacchi – non fanno testo. Poi ci sono tutte le altre, quelle che hanno sognato dialoghi innamorati davanti a pezzi di carta; quelle che canticchiavano frignando “un poster che qualcuno ha già scarabocchiato dice vieni in Tunisia” operando sostituzioni sul muro a seconda del cuore spezzato. 09 MAG 2012
Non c’è fidanzatina che tenga, Obama non sa di nulla senza Michelle Immaginare una vita prima di Michelle è insultante, Barack Obama è quello che è perché accanto a lui c’è lei, che era la sua capa e poi si è fatta conquistare nella saletta di un cinema, come un’adolescente (ma un’adolescente lungimirante), che l’ha seguito passo passo, che ancora oggi lo consiglia, lo strattona, lo raddrizza. Michelle ha l’ultima parola anche sui sussidi agli agricoltori dell’Iowa, Michelle fa il mazzo ai collaboratori poco remissivi, Michelle non è una che raccoglie calzini sporchi lasciati in giro da un marito sciatto. 04 MAG 2012
Vi aspettiamo a “bras” aperte Così il Times intercetta i “profughi” francesi ricchi che temono Hollande Venite da noi, cari francesi, qui si sta molto meglio di quanto si starà da voi, ora che “monsieur soixante-quinze pour cent” sta per arrivare all’Eliseo. I ricchi francesi vogliono scappare da Parigi per paura che con François Hollande si finisca con la confisca dei beni (già il 75 per cento di tasse per i livelli più alti di reddito basta, in realtà, per la fuga) e il Times di Londra intercetta i profughi: venite nella City, sapremo trattarvi bene. Leggi I murdoch mandano nel caos il governo inglese 26 APR 2012
Guarda il video della testimonianza sul caso Leveson I Murdoch mandano nel caos il governo inglese Fare giornali che suscitino interesse (ah, sì, e poi cercare di dire la verità), avere rapporti con i politici senza mai essere nella posizione di chi chiede, avere rapporti decorosi con la leadership politica senza mai affezionarsi troppo, vendere più degli altri, sempre e comunque. Il mondo secondo Rupert Murdoch è di una chiarezza disarmante, se si pensa che lui è il re dei media del mondo anglosassone, con una special relationship con il Regno Unito, il suo primo amore dopo la gavetta australiana. 26 APR 2012
Bordelli, 007, escort, tropici Bordelli, agenti della Cia, escort orgogliose di non essere prostitute (“è lo stesso, ma è diverso”), cittadine tropicali, capitali in guerra, funzionari in missione, pompini, ehm, sui tetti delle ambasciate. L’America degli scandali militar-diplomatici – no, Barack Obama non c’entra, si sa che vive con una signora che lo farebbe a pezzi e lo butterebbe nel Potomac al primo sguardo sbagliato – “non è al suo massimo”, scrive severo il Wall Street Journal, ma riesce lo stesso a farci sentire meschini e volgarotti con il nostro chiacchiericcio pettegolo permanente. 20 APR 2012
Mr Zuckerberg e lo strike preventivo Anni a parlare della dottrina della guerra preventiva, “first strike”, guerre per i diritti umani, guerre per il petrolio, armi di distruzione di massa, bunker, scontro di civiltà e poi, un giorno, un ragazzo che non ha nemmeno trent’anni e che vive in uno dei posti più liberal del mondo – la Silicon Valley, California – lancia il primo attacco preventivo in versione hi-tech. 11 APR 2012
Vite da stagista C’è stato un momento, in America, in cui definirsi “intern”, stagisti, scatenava risatine e commenti non trascrivibili su carta. Erano gli anni di Monica Lewinsky, l’intern più famosa della storia americana, anni lussuriosi in cui la disoccupazione non era al 9 per cento e l’austerità era un concetto sovietico. Oggi gli Stati Uniti sono una “Intern Nation”, come recita il titolo di un famoso libro dell’anno scorso, e nessuno ride più (ci sono ancora magliette meravigliose con Bill Clinton con il sigaro e la scritta “Interns are cool”). 06 APR 2012
Uniqlo, molti assunti coperti d’oro Il segreto del successo di Uniqlo, uno dei retailer più famosi al mondo, è che assume un sacco di gente, ci tiene molto alla formazione e paga bene. Cioè fa quello che molti altri non fanno: quando c’è da tagliare, tendenzialmente, si taglia sui costi del personale, perché sono i più alti. Fanno il contrario i retailer low cost, come Uniqlo, che punta sul rapporto competitivo qualità/prezzo del prodotto, ma la sorpresa è proprio qui. 06 APR 2012