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L’Egitto e il suo generale

I Fratelli musulmani sono “finiti”. Parola di al Sisi

Con me al potere, ha detto il prossimo presidente dell’Egitto, il generale Abdel Fattah al Sisi, i Fratelli musulmani “non esisteranno più”. Lunedì nella prima intervista televisiva elettorale – si vota il 26 e il 27 maggio, la vittoria del generale è data per scontata – al Sisi ha spiegato che l’organizzazione islamista non ci sarà più una volta che sarà diventato presidente (a domanda diretta sulla fine della Fratellanza ha risposto: “Yes, just like it”). “Voglio dirvi – ha dichiarato con il suo tono paternalista – che non sono io che ho messo fine alla Fratellanza. Voi, voi egiziani, siete quelli che ne hanno decretato la fine”.

07 MAG 2014

Il caos della politica obamiana in un duello a mezzo stampa

Ora la Russia minaccia di sanzionare gli amici di Obama

Sarò anch’io sulla lista dei sanzionati compilata dalla Russia? Negli Stati Uniti questa domanda se la fanno in parecchi, perché secondo le indiscrezioni, ieri confermate da Josh Rogin sul Daily Beast, Mosca sta allargando l’elenco degli americani che saranno colpiti da misure restrittive, per ora legate soprattutto alla libertà di movimento – e la sta allargando in grandissimo segreto. Al punto che, per scoprire se già c’è qualche sanzione in atto, alcuni stanno provando a fare domanda di un visto per la Russia: se viene negato, è perché il proprio nome è sulla lista.

03 MAG 2014

Assad s’è dato al cloro

Nelle ultime settimane, gli attivisti siriani hanno mostrato parecchi video di persone ricoverate nei centri medici del villaggio di Kafr Zita, nel governatorato di Hama, nel nord-est della Siria, con gli occhi rossi, il colorito verdognolo, gravi difficoltà respiratorie e il sangue che usciva dalla bocca: erano stati colpiti dagli attacchi delle “barrel-bombs”, le micidiali bombe-barili che sono state ora “arricchite” di cloro e ammoniaca. Daniele Raineri ha scritto su questo giornale, il 22 aprile scorso, che “nelle ultime due settimane gli attacchi segnalati sono almeno dodici: i nomi delle località colpite sono Kafr Zita, Talmenes, Al Tamanah, Atshan e Harasta, vicino Damasco”.

01 MAG 2014

Blair dice che il futuro dell’islam in politica si gioca solo in medio oriente, e l’occidente deve prendere posizione

"Dobbiamo prendere posizione”, ha detto ieri l’ex premier britannico Tony Blair, parlando, nella sede di Bloomberg a Londra, dell’importanza strategica del medio oriente, “dobbiamo smettere di trattare i paesi del mondo soltanto sulla base di quel che sembrano essere le scelte che migliorano la nostra vita sul momento: dev’esserci un approccio verso la regione (il medio oriente allargato fino a Iran e Pakistan, ndr) che sia coerente e che guardi alla situazione nel suo insieme. Soprattutto, dobbiamo ‘commit’ e dobbiamo ‘engage’”, cioè dobbiamo impegnarci, esserci. Il fondatore dell’interventismo liberal ieri è tornato sui temi a lui cari, sul radicalismo dell’islam e la difficile, se non impossibile, coabitazione con la politica, sul coinvolgimento dell’occidente per ragioni umanitarie e di sicurezza, sulla necessità di difendere la libertà politica, sociale ed economica.

24 APR 2014

Nuovi assalti a Donetsk

Con la Russia, l’Europa punta alla “de-escalation” e Kiev si sente tradita

Gli ucraini avevano dato tempo fino a ieri mattina ai manifestanti pro russi per lasciare i palazzi assaltati nell’est dell’Ucraina – nella provincia di Donetsk, terra di minatori al confine con la Russia – ma l’occupazione continua. Anzi s’allarga, come dimostra l’attacco alla stazione della polizia di Horlivka (in russo Gorlovka): il comandante del gruppo, in mimetica senza segni di riconoscimento (sono noti come “i piccoli uomini verdi”), ha detto di essere un colonnello dell’esercito russo. L’attacco era pianificato: un cameraman della zona è stato contattato ieri mattina dalla tv di stato russa che gli ha chiesto di filmare quel che stava per accadere.

14 APR 2014

Nuovi assalti a Donetsk

Con la Russia, l’Europa punta alla “de-escalation” e Kiev si sente tradita

Gli ucraini avevano dato tempo fino a ieri mattina ai manifestanti pro russi per lasciare i palazzi assaltati nell’est dell’Ucraina – nella provincia di Donetsk, terra di minatori al confine con la Russia – ma l’occupazione continua. Anzi s’allarga, come dimostra l’attacco alla stazione della polizia di Horlivka (in russo Gorlovka): il comandante del gruppo, in mimetica senza segni di riconoscimento (sono noti come “i piccoli uomini verdi”), ha detto di essere un colonnello dell’esercito russo. L’attacco era pianificato: un cameraman della zona è stato contattato ieri mattina dalla tv di stato russa che gli ha chiesto di filmare quel che stava per accadere.

14 APR 2014

Ci vediamo al Lidl

Si chiamano “Maidstone mums” e sono i consumatori e gli elettori più corteggiati del Regno Unito. Maidstone è una città del Kent, da cui il fenomeno è partito, ma ormai è conosciuto a livello nazionale. Le “Maidstone mums” sono donne, sono mamme soprattutto, sono le figlie di genitori che oggi hanno 60-65 anni, sono donne che lavorano e che hanno figli e che hanno anche sufficienti risorse finanziarie per permettersi qualche lusso, ma sempre meno, e sempre più con sensi di colpa che una volta non c’erano, perché oggi c’è il mutuo da pagare, che ha tassi molto alti, e perché i figli devono studiare e costano tantissimo.

13 APR 2014

Speciale online 19:05

L'ambasciatore iraniano che l'America non vuole

La nomina di Hamid Aboutalebi come ambasciatore iraniano all’Onu “non è fattibile”, dice la Casa Bianca, Aboutalebi era coinvolto nella crisi degli ostaggi all’ambasciata americana a Teheran nel 1979 e ora non avrà il visto per entrare negli Stati Uniti. Il Senato ha già votato contro la nomina (il conservatore Ted Cruz ha fatto pressioni per il voto, definendo il diplomatico iraniano “un terrorista), lo farà con tutta probabilità anche il Congresso (poi ci vuole la firma del presidente Barack Obama per far passare la norma), ma gli iraniani insistono: è un’ingerenza nelle loro scelte diplomatiche considerata “inaccettabile”. Leggi anche L'Iran nomina un ambasciatore scomodo all'Onu e crea imbarazzo agli Stati Uniti

09 APR 2014

Cambiare verso all’Italia e all’Europa

L’Unione s’è allineata troppo alla Germania, ci dice l’uomo del giorno (guardato storto) a Bruxelles

L’Europa si è allineata a quel che dice la Merkel, e così si è indebolita politicamente, ha diviso l’Unione europea in blocchi contrapposti e soprattutto non ha risolto la crisi economica. Questo è quel che dice al Foglio Philippe Legrain, giornalista, scrittore, economista, da ieri “man on the news” (ma senza grandi sorrisi attorno), dopo che ha rilasciato un’intervista al Financial Times in cui criticava la decisione di Bruxelles di “allinearsi strategicamente alla Germania” sull’austerità. La Commissione europea non l’ha presa bene, il portavoce di Olli Rehn, Simon O’Connor, ha detto che queste sono le dichiarazioni di un “ex membro dello staff a tempo determinato che purtroppo non ha scelto di contribuire in modo utile alla risposta alla crisi”, e l’ha liquidato così.

09 APR 2014

In India lo staff di Modi studia per la rivoluzione thatcheriana

S’è cominciato a votare domenica nel nord-est dell’India, ai piedi dell’Himalaya, il primo di nove round elettorali che finiranno il 12 maggio, 815 milioni di persone (23 milioni sono soltanto i giovani che hanno 18 e 19 anni), più o meno la popolazione degli Stati Uniti e quella dell’Unione europea messe assieme, avranno il diritto di scegliere 543 parlamentari e soprattutto il futuro del loro paese. Le elezioni indiane sono sempre dominate dalla retorica della gigantesca e caotica macchina democratica che si mette in movimento, ma per una volta, in questa che è considerata anche una delle elezioni più dispendiose della storia (almeno cinque miliardi di dollari spesi dai candidati, secondo alcune stime), la questione è piuttosto chiara: c’entra l’economia e c’entra un dibattito ideologico che in occidente non è ancora stato risolto. Guarda anche la gallery fotografica

08 APR 2014
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