Imbarazzo sul complotto Solo Napolitano dice due parole due sul complotto contro il Cav. Pubblicamente le parole sono pochissime, “le dimissioni di Berlusconi furono motivate dagli eventi italiani”, dice Napolitano. E gli amici lo descrivono raggelato, spiegano che dietro il suo basso profilo s’intuisce il biasimo. Certamente le necessità elettorali di Berlusconi non disarmano la muta irritazione del Quirinale che si sente strattonato da Forza Italia né la freddezza sorniona del Pd e di Matteo Renzi che per lo più fanno spallucce, e forse pensano pure che il Cavaliere in fondo abbia ragione, che qualcosa all’estero è successo, ma lo sussurrano all’orecchio del cronista con l’aria ironica e fatalista di chi dice: “Tuttavia non importa”. 15 MAG 2014
A tu per tu L’editore rampante “Non è vero che con i giornali non si possono fare soldi. Io li faccio. Ma quando fai un giornale devi parlare al pubblico, devi rendere appetibile il prodotto. E quindi devi pensare con la testa di chi compra, non con la testa dei padroni. Altrimenti la gente se ne accorge. Certe volte ho l’impressione che alcuni editori italiani non siano interessati a vendere. Presidiano uno spazio, per ragioni d’interesse finanziario o politico, per proteggere altre loro attività”. Il mio ospite sta parlando, senza nominarli, degli Elkann, editori, sì, ma proprietari della Fiat. E di Carlo De Benedetti, editore, sì, ma industriale nell’energia. E di Silvio Berlusconi, editore, sì, ma uomo politico. E di Francesco Gaetano Caltagirone, editore, sì, ma anche re del mattone. 11 MAG 2014
Pronto soccorso Cav. L’uno si descrive come un vecchio leone, combattivo e testardo, “c’è un governo di sinistra, c’è Renzi, e la cosa non è buona”. L’altro sente di dover marcare una distanza avvertibile, “con Berlusconi non faccio un governo ma solo le riforme”. E dunque Silvio Berlusconi a giorni alterni si lamenta del giovane presidente del Consiglio cui pure si sente legato, e Matteo Renzi manifesta la sua umbratile insofferenza per l’anziano Cavaliere, di cui pure sa di non poter fare a meno. “Senza di noi Renzi non fa le riforme”, dice con piglio sicuro Daniela Santanchè, mentre Roberto Giachetti, con l’aria di cogliere l’essenza delle cose in un dettaglio, spiega che “se Berlusconi non vota con noi, si condanna all’irrilevanza”. Così in Forza Italia è tutto un mormorare più o meno sommesso intorno alle difficoltà del giovane Renzi. 09 MAG 2014
Parla Michele Anzaldi La voce grossa di Renzi: “Lui mi ha scongelato e io me li magno tutti” Dice: “Sto in Vigilanza, vigilo”. Un tempo portavoce di Francesco Rutelli, oggi deputato del Pd, Michele Anzaldi, a Ferragosto, se l’era presa con la nuova versione del Monopoly, il gioco da tavola, diseducativo perché “hanno tolto la prigione e sostituito gli alberghi con le azioni di Borsa”. E’ palermitano, e per questo ha forse l’aria malinconica, ma quando si accende si accende, e rivela la sua corda pazza. “Forse devo starmi muto, come il novanta per cento dei miei colleghi, i forzati del voto elettronico? Io mi agito, e agito idee”. 07 MAG 2014
Gli urlatori Il professor Brunetta spiega le sue idee puntute con molta simpatica foga Sono Salvatore Merlo, ciao”. “Ciao”. “Proposta di intervista: perché urlo contro Renzi”. “Chi è che urla? Tu stai urlando, stai urlando a favore di Renzi”. “Non mi pare di aver urlato a favore di Renzi”. “Nemmeno io urlo, sei tu che mi descrivi come tale nei tuoi pezzi. Mai urlato io”. “Come vuoi. Ma la fai l’intervista, ti va?”. “Se tu parti da questa premessa no”. “Ma tu poi dici quello che vuoi, se non urli non urli”. “Se dico quello che voglio, potrei dirti cose sgradevoli”. “Ecco vedi che stai urlando? Ti descrivono aggressivo, e un po’ lo sei”. “I cretini mi descrivono aggressivo”. “Dài, ti prego, smettila di urlare. Ho letto una recensione del tuo libro, su Panorama, che mi è sembrata interessante”. “Leggiti il libro”. 03 MAG 2014
Sallusti spiega perché tante volte è meglio non avere un pensiero Dice Alessandro Sallusti: “Io urlo con i miei titoli e i miei editoriali. Nell’urlo c’è qualcosa di eroico. Urlano gli indiani nei film, ma urlano anche i soldati blu che li inseguono a pistolettate. I kamikaze urlano ‘banzai’, i cavalleggeri urlano ‘avanti savoia’. L’urlo è un bisogno liberatorio. Solo i mediocri non urlano. Forse nell’urlo non c’è il pensiero, lo ammetto. Spesso sono i folli a urlare. Ma dietro l’urlo, a provocarlo, c’è ben più d’un pensiero. C’è qualcosa che sublima il pensiero. Nell’urlo si nasconde una sostanza forte, viva, carnale. Ecco, forse uno che non urla mai non è vivo”. 01 MAG 2014
Il Cav. non conta i suoi voti, li pesa Domani siederà nel salottino televisivo di Barbara d’Urso, alla vigilia della prima visita al sanatorio di Cesano Boscone, centro della sua campagna elettorale. Poi andrà a “Matrix”, si farà intervistare nei telegiornali, forse da Enrico Mentana, e infine reciterà nel teatro di Michele Santoro e Marco Travaglio, pare. “L’anno scorso lo sconsigliai di andare da Santoro”, ricorda Maurizio Gasparri, “ma mi sbagliavo. Quello è un gran cabaret. E Berlusconi adesso è capace di andarci anche in manette in quello studio televisivo”. E tutti ad Arcore ancora ricordano il Cavaliere impegnato a lucidare con un fazzoletto la poltrona sulla quale era seduto “il nostro caro (falso) nemico Travaglio”, come lo chiama Deborah Bergamini. 26 APR 2014
Smorza Italia Se Bondi si sia fatto sfuggire, o no, il pensiero remoto del Cav. renziano Dice Paolo Romani: “Mettiamo che Bondi abbia ragione. Mettiamo che davvero Berlusconi voglia prenderci tutti a calci nel sedere, tutti noi che siamo dentro Forza Italia, per sostituirci con dei piccoli cloni di Renzi”. Mettiamo. “Ecco. La premessa è che Berlusconi prima o poi si scoccerebbe pure dei cloni di Renzi, perché lui è fatto così. Ma comunque sia, ammesso che sia vero quello che dice Sandro, la domanda è una sola: ma le pare che uno va a scriverlo in un letterina alla Stampa alla vigilia delle elezioni?”. 24 APR 2014
Speciale online Perché la santificazione dei due Papi può essere la grande occasione di Marino Leggi anche Rizzini Marino fa dimettere l’assessore che poteva salvare Roma dal default Cerasa Ecco l’opzione “troika” studiata dai renziani per commissariare Marino 22 APR 2014
La casamatta aspetta il Cav. Potrebbe leggervi dei libri. “Libri? Qui seduti ci leggiamo i volti. Le storie vere. Un romanzo che non finisce mai”, e il sorriso di ottantenne s’allarga incerto su due file di denti anneriti dal fumo di troppe sigarette. Che lavoro faceva lei? “Ero ferroviere. Comunista”. Gli ospiti di questo gran ricovero sudmilanese s’incontrano al bar, siedono fuori, al sole. E’ come la piazza d’un piccolo paese, il centro della vita sociale. Il barista, che è un meridionale suadente e garbato, serve acqua gassata alla spina e Ginger, anzi “gingerino”, bevanda analcolica che ricorda il brivido inebriante dell’Aperol o del Campari, “a ciascuno il suo vizio”, dice sorridendo, mentre riempie ancora un bicchiere con questo liquido rosso, zuccheroso e innocuo. Qualcuno gioca a briscola. 20 APR 2014