Le confessioni di Piersilvio
Il giovane uomo che oggi dirige le televisioni Mediaset, e che si chiama Piersilvio Berlusconi, ha un tratto personale amabile. Dicono che sia bravo e che meriti per intero la sua fortuna. Lo ricordo ragazzo, poi l'ho genericamente perso di vista, ma chi fa vita pubblica è sempre sotto osservazione. Infatti Vanity Fair lo ha sollecitato a parlare del tema del giorno: l'aborto, e con esso di quel che riguarda la visione personale dell'esistenza umana e del modo di viverla. Piersilvio se l'è cavata restituendo al settimanale della Condè Nast un suo ritratto molto ordinario, da uomo comune figlio del proprio tempo. In politica gli piacciono Daniele Capezzone e i radicali, che peraltro si piacciono ormai poco tra di loro, ma fa niente.
Il giovane uomo che oggi dirige le televisioni Mediaset, e che si chiama Piersilvio Berlusconi, ha un tratto personale amabile. Dicono che sia bravo e che meriti per intero la sua fortuna. Lo ricordo ragazzo, poi l'ho genericamente perso di vista, ma chi fa vita pubblica è sempre sotto osservazione. Infatti Vanity Fair lo ha sollecitato a parlare del tema del giorno: l'aborto, e con esso di quel che riguarda la visione personale dell'esistenza umana e del modo di viverla. Piersilvio se l'è cavata restituendo al settimanale della Condè Nast un suo ritratto molto ordinario, da uomo comune figlio del proprio tempo. In politica gli piacciono Daniele Capezzone e i radicali, che peraltro si piacciono ormai poco tra di loro, ma fa niente. Le idee radicali ebbero un tratto eroico e solitario, oggi hanno uno charme particolare per i giovani, si portano senza troppe difficoltà, sono scarpe comode. Meno comode le idee dei cattolici, un mondo a parte, una specie di invadente minoranza che resiste alla totalità culturale della nostra epoca. Piersilvio dice che il matrimonio e i figli sono due cose diverse per lui, e in effetti è così per gran parte delle nuove leve. Siamo nell'epoca in cui i figli si fabbricano, a piacere, e si chiamano nelle leggi “prodotto del concepimento”. E il matrimonio non ha più molto senso, se non sia un sacramento religioso: il divorzio ha reso quello civile un po' ridicolo, il matrimonio omosessuale lo ha ridotto a una parodia grottesca di se stesso, e comunque non usa più tanto. Come il matrimonio, anche l'educazione dei figli è relativizzata. Piersilvio dice che la sua Lucrezia gli è affettuosamente vicina ora che è più grande, perchè ora è un piacere quello stare insieme che prima era solo un dovere. Però un ricordo dell'educazione ricevuta lo accompagna quando, con tenerezza, dice di avere l'impulso di tenere per mano sua madre e suo padre, che rilutta, ogni volta che attraversano insieme la strada. E' così, resta la gratitudine per il passato, un affetto anche fisico e dolce per chi ti ha educato, meno chiara è l'apertura al futuro. Piersilvio infatti, quanto al futuro dell'umanità dopo un miliardo di aborti consumati nel mondo lungo i suoi trent'anni di vita spigliata e impegnativa, dice di tenere alla libertà della donna e a soluzioni che scongiurino la piaga dell'aborto clandestino, sul resto decide la coscienza. Giusto. Ma Piersilvio non aggiunge un qualche allarme, che invece io sento, per la trasformazione dell'aborto legale in quel che non doveva essere, una contraccezione di massa che si risolve in una strage di innocenti moralmente indifferente. Molto comprensibile questa soave sordità, tipica di una certa Milano moderna, quella delle Invasioni barbariche, tv concorrente. Reagan però aveva notato che tutti quelli che sono per l'aborto hanno il privilegio di essere già nati.
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