Le elezioni in Internet: programmi, tifo e astensioni
In rete il meglio lo dà il blogger Diego: “Rilassati Italia”
Votare, non votare. Non bastano le margherite tecnologiche del web a sciogliere il dilemma. Nei diari on line e nei siti dove ci si confessa o accapiglia sulle elezioni, l'umore è ondivago come una connessione via cielo. Il bello della rete è, però, che le mezze misure non si impongono. Le idee sono chiare, le dichiarazioni di voto specchiate, anche quando critiche.
Votare, non votare. Non bastano le margherite tecnologiche del web a sciogliere il dilemma. Nei diari on line e nei siti dove ci si confessa o accapiglia sulle elezioni, l'umore è ondivago come una connessione via cielo. Il bello della rete è, però, che le mezze misure non si impongono. Le idee sono chiare, le dichiarazioni di voto specchiate, anche quando critiche. Esempio. Su un sito che intende occuparsi di bioetica (http:// bioetiche.blogspot.com), compare un manifesto del Pd con la faccia della Binetti (Paola, senatrice cattolica del Pd). Sotto: “Se c'è lei, non ti votiamo”. Sulle pagine di Don Camillo (area centrodestra) il credo politico è quasi fideistico. Nel riquadro con il simbolo del Pdl si legge: “Questo blog sostiene attivamente la nascita del nuovo partito del Popolo della libertà e il suo fondatore, il presidente Silvio Berlusconi” (c'è anche un grande spazio dedicato all'immagine e alle frasi di Papa Ratzinger, ma sotto quello del Cav.). La voglia di contare ha avuto la sua espressione massima nel tentativo (fallito) di candidare un blogger. Per giorni e giorni si saltellava all'indirizzo www.ilgiulivo.com, con la blogosfera di centrodestra tutta unita in nome di una candidatura internettiana, perché “Internet è un territorio da 20 milioni di utenti, la politica non può starne fuori”, perché “siamo un popolo che alla politica si interessa con passione, interessi e perfino orari diversi da quelli della sinistra. In rete non c'è solo l'antipolitica di Beppe Grillo”. Ed eccoci al grillismo, al non voto, a chi sceglie di non scegliere nemmeno col naso turato. Nel post di ieri su beppegrillo.it, la frase: “Senza il controllo delle televisioni e della stampa alle elezioni del 13 aprile non ci andrebbe nessuno. Neppure gli scrutinatori dei seggi. I politici si comportano come dei banditi”, e via così sulla scia del suo famoso manifesto: “Non vado a votare e ne sono orgoglioso”. L'unica eccezione ammessa dall'ex comico è il voto amministrativo: si può cercare la lista civica della propria città e stare certi che quei candidati sono a prova di grillismo, perché solo le liste “che aderiranno ai requisiti avranno la certificazione di trasparenza beppegrillo.it”. Pare che i pacchi di “non voto” siano stati messi in vendita su e-bay (casa d'aste on line), tra un porta lecca-lecca e una penna antisfiga. Il prezzo non si sa.
Chi fa sul serio c'è però anche sul web. A sinistra quelli de imille.org (tra gli altri, Luca Sofri, Ivan Scalfarotto, Mario Adinolfi), che hanno realizzato un wikiprogramma per il Pd. Tradotto: hanno applicato la filosofia di Wikipedia – enciclopedia che tutti gli utenti possono aggiornare – al programma elettorale (idea che è venuta anche a Wikipedia, che a ridosso delle elezioni ha aperto il sito wikidemocracy). A destra ci sono quelli di Tocque-ville.it, dove si aggregano post da centinaia di blog di area. E' sempre aggiornato il divario sondaggistico tra Pd e Pdl sul sito di Andrea Mancia (vicedirettore di Liberal, http://ideazione.blogspot.com/). I dati di ieri (medie di tutti i sondaggi) davano il Pdl al 44 per cento, il Pd (con Italia dei valori) al 36,6. Che le cose siano straserie è confermato dalla nota sul grafico colorato: “Le curve di interpolazione sono polinomiali di origine 3”. Aiuto. (Con questo metodo Mancia azzeccò la distribuzione di tutti i seggi alle scorse politiche).
Sempre in area Tocque-ville (la città dei liberi) un'altra fondatrice, la tigrotta KrilliX, confessa di essere “in electoral mode e perciò ha cacciato in testa l'elmetto e va avanti col mitra puntato sui comunisti”. Però, aggiunge, “mentre aspetta il programma del Pdl, trema”. E non è l'unica a tremare, anche dopo la pubblicazione delle liste. Nel sondaggio lanciato da Orizzonteliberale, che chiede: “I liberali per chi votano?”, le risposte sono all'insegna del “turiamoci il naso”. Doktorfranz voterà Pdl ma “si tratta di scegliere ancora una volta il (probabile) meno peggio”. Child si ribella: “Bè, basta un Ciarrapico per non andare a votare?”. L'attività politica più intensa è però quella che ha portato un blogger, tale Diego, a fondare addirittura un partito. Nome: Pds, Popolo dei seduti (facciotuttodaseduto.blogspot.com). Diego spiega nel manifesto: “Una poltrona. La campagna elettorale incalza ed è questo il periodo migliore per ambire a una poltrona. E chi più di me può desiderare tanto una poltrona? (…) Scendo in campo. Lo faccio per me perché voglio stare comodo una volta per tutte. Lo faccio per voi perché poi vi sistemo tutti (…) Lo faccio in questo blog... da seduto, come sempre del resto”. Il motto del suo partito è: “Rilassati, Italia”.
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