Hamas fa la naja in Iran
Che Hamas sia armato, addestrato e pagato dall'Iran è cosa stranota da tempo. Ma si trattava pur sempre di bisbigli da intelligence, giochi di ombre, prove indiziarie da secret service in cui sguazzano soltanto gli addetti ai lavori. Ora, grazie al fenomenale articolo di Marie Colvin sul Sunday Times, è lo stesso capo delle brigate guerriere di Hamas, le Ezzedin al Qassam, a dire con orgoglio che è tutto vero.
Che Hamas sia armato, addestrato e pagato dall'Iran è cosa stranota da tempo. Ma si trattava pur sempre di bisbigli da intelligence, giochi di ombre, prove indiziarie da secret service in cui sguazzano soltanto gli addetti ai lavori. Ora, grazie al fenomenale articolo di Marie Colvin sul Sunday Times, è lo stesso capo delle brigate guerriere di Hamas, le Ezzedin al Qassam, a dire con orgoglio che è tutto vero. Anzi, Israele e il mondo sottostimano la questione: il gruppo armato spedisce i suoi ad addestrarsi alla guerra in Iran con un programma simile a quello che vige nei paesi Nato. Le Guardie rivoluzionarie iraniane hanno già preparato sette classi di Hamas con corsi che durano fino a sei mesi. Centocinquanta volontari. I migliori di ogni classe restano all'estero più a lungo per diventare istruttori e quando tornano a Gaza passano le conoscenze agli altri.
Altri seicentocinquanta volontari stanno facendo scuola di guerra nella vicina Siria. Il tono del comandante di Hamas è da allegro ricordo di naja: un giorno alla settimana ai palestinesi è permesso andare in città a fare shopping, “tornano sempre con ottimi scarponi”. Ma quella iraniana è una scuola per crimini di guerra: “Una delle cose più utili che ci hanno insegnato è come fabbricare esplosivo con gli ingredienti più ordinari che abbiamo qui”, come fare bombe più potenti, come fare razzi più precisi da lanciare contro i civili, come diventare cecchini più efficienti, come imparare a combattere come i primi della classe, i veri cocchi dei pasdaran: i libanesi di Hezbollah. Da quando è stata aperta la scuola di bombe? “Dal 2005, da quando si sono ritirati da Gaza”.
La verità del grande confronto in medio oriente sta tutta qui, in questa intervista, da leggere e da credere. Israele apre al processo di pace con i palestinesi e si ritira da Gaza con decisione unilaterale. Il regime di Teheran apre una specie di programma Erasmus canaglia, fomenta le frange più dure e trasforma Gaza nel campo di tiro per i volenterosi studenti di terrorismo.
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