Lo sponsor sale e pepe
Insopportabile George
Sarah Larson, ex cameriera sexy non più cameriera ma sempre molto sexy, fa benissimo a scatenarsi alle feste in pose assurde senza il fidanzato (vero? di copertura?) George Clooney, perché è molto faticoso stare (per finta? per davvero?) con un uomo che si cala gli anni, fa battute a raffica e pretende che la gente rida, fa scherzi telefonici da dodicenne e se ne vanta, abbraccia nobili cause di grande riposo (per il Darfur ha venduto un bacio a 350 mila dollari, ma era un bacio senza lingua), gira una commedia sentimentale e vuole espiarla parlando non d'amore ma di Barack Obama.
Sarah Larson, ex cameriera sexy non più cameriera ma sempre molto sexy, fa benissimo a scatenarsi alle feste in pose assurde senza il fidanzato (vero? di copertura?) George Clooney, perché è molto faticoso stare (per finta? per davvero?) con un uomo che si cala gli anni, fa battute a raffica e pretende che la gente rida, fa scherzi telefonici da dodicenne e se ne vanta, abbraccia nobili cause di grande riposo (per il Darfur ha venduto un bacio a 350 mila dollari, ma era un bacio senza lingua), gira una commedia sentimentale e vuole espiarla parlando non d'amore ma di Barack Obama. C'era poi il maiale al posto del cane come segno di spiritoso anticonformismo, ci sono le chiacchiere sull'energia pulita e sulla rinuncia alla limousine insieme con la collezione sterminata di Harley Davidson, motociclette perfette per bucare l'ozono, e c'è soprattutto la scelta vacanziera: né mare né montagna, meglio il lago (bellissimo, splendido, quello di Como poi, ma dopo un po' si sa che viene voglia di morire). Clooney è il sex symbol della terza via, della paraculaggine compiaciuta: vuole essere arrapante ma in modo intelligente, non si tinge i capelli ma usa prodotti per illuminarsi il grigio, sostiene Walter Veltroni ma soltanto al bar, fa le commedie hollywoodiane ma vuole anche incatenare gli Stati Uniti alle responsabilità, fa i film contro le multinazionali ma è testimonial Nestlè, sparla della mancanza di talento di Paris Hilton come massima espressione di coraggio. Tutti dettagli, tutte inezie, cosette a cui si poteva tranquillamente passar sopra (chisseneimporta della foresta amazzonica perennemente in sottofondo, quando sopra il fondo c'è il manzo del lago di Como), ma la tragica verità è una soltanto: George Clooney fa meno sangue di un tempo.
Bisogna pure ridere agli scherzi
Più si allontana il ricordo del camice di E. R., più si sovrappone a quello dello spot in cui George rimane ammirato e spiazzato dalla bella ragazza che infilza un toro di ghiacco e, tecnicamente, gli stacca le palle per metterle nel Martini (tutto molto autoironico, hanno detto, dimostrazione del geniale senso dell'umorismo di Clooney), più perde di vitalità il comunque irrealizzabile sogno di un giro con lui in Harley Davidson inquinante sul lago di Como. Perché bisogna sorbirsi gli inseparabili amici maschi che lui chiama “the boys” e a cui ha comprato cinque Harley, i cappellini da baseball a quasi cinquant'anni, le barzellette, le battute, i tempi in posa dell'illuminante per capelli grigi, le birre sempre con the boys, i giri in motoscafo sul lago, ridere dei siparietti con the boys, fingere di apprezzare il mix ragazzaccio e uomo impegnato, dirgli che assomiglia a Cary Grant e a Clark Gable insieme, subire degli scherzi molto divertenti, commentare poi, come Julia Roberts, guarda che mattacchioni. Troppo, anche per un sogno.
Il Foglio sportivo - in corpore sano