L'analisi di Christian Rocca (il nostro super delegato) e l'opinione di Paola Peduzzi (la nostra super clintoniana)

Obama o Hillary e magari Obama & Hillary

Christian Rocca

Obama ha vinto di una quindicina di punti in Nord Carolina, più del previsto, e ha perso d'un soffio in Indiana. Uno a uno, ma vantaggio ai punti per Obama sia in termini di delegati, sia in termini di voti assoluti, sia in termini della guerra psicologica per conquistare gli unpledged superdelegates.

    Obama ha vinto di una quindicina di punti in Nord Carolina, più del previsto, e ha perso d'un soffio in Indiana. Uno a uno, ma vantaggio ai punti per Obama sia in termini di delegati, sia in termini di voti assoluti, sia in termini della guerra psicologica per conquistare gli unpledged superdelegates. Per Hillary è dura, durissima, ma ieri non ha concesso nemmeno un millimetro, ha detto che Obama aveva previsto una vittoria in Indiana e invece è successo il contrario. Obama, del resto, continua a non convincere la maggioranza dei bianchi di ceto basso, il cuore del partito democratico. Prossimo turno in West Virginia, martedì prossimo. Favorita lei. E la settimana successiva Kentucky, di nuovo favorita lei. Anche se è rimasta senza soldi. La cosa, ora, è capire se lei continua come un treno, col rischio di passare chiaramente come quella che non sa perdere e vuole danneggiare Obama, oppure se dopo wright eccetera riesce a trovare un nuovo spiraglio per convincere i super a scegliere lei. L'unico che le rimane, a parte le battaglie tecniche per i delegati della Florida e del Michigan, è quella che secondo i sondaggi lei batterebbe McCain negli stati swing e Obama no.

    di Christian Rocca

    Lo spettacolo non è divertente. Sarà pure che il confronto, nelle democrazie, è questa cosa qui, ma la lotta tra obamiani e hillariani è diventata un film dell'orrore. Manca lo squartamento in diretta tv ed è fatta. Una via d'uscita ci sarebbe, se qualcuno avesse ancora in mente che ci sono delle elezioni da vincere, a novembre. La soluzione è una pace armata: il dream-ticket Hillary-Obama. Obama non lo vuole, e si sa. Sarebbe come ammettere che ha perso, quando in realtà ha già vinto matematicamente ed è stato l'unico che – seppure per un attimo – ha fatto sognare l'elettorato democratico americano. Ma a parte l'orgoglio ferito del vincitore relegato al secondo posto, il senatore dell'Illinois avrebbe qualcosa da guadagnarci: l'esperienza, tanto per cominciare, che oggi li manca (e un po' si vede, soprattutto dal come tratta un collaboratore geniale che sarebbe il suo guru economico, Austan Goolsbee). Per Hillary, che oggi si dichiara contraria all'ipotesi, sarebbe soltanto un guadagno: i voti di Obama sono esattamente quello che ha bisogno per cominciare a impegnarsi nella battaglia contro i repubblicani. Naturalmente, come hanno già spiegato molti autorevoli commentatori, non si farà: Obama non vuole fare la fine di Al Gore. “Ognuno pensa solo a se stesso”, canta quello, e così vince John McCain.

    di Paola Peduzzi