Ecco come nasce, viene remunerato e agisce lo shadow cabinet di Sua Maestà, quello originale
Londra. Dai primi anni dell'Ottocento nel Regno Unito esiste il concetto dell'opposizione ufficiale al governo, il cosiddetto governo ombra, che viene riconosciuto dalle istituzioni con la stessa formalità riservata all'esecutivo stesso. “His Majesty's Loyal Opposition” era la formula scelta per sottolineare che non si opponeva al sovrano come tale, ma soltanto alle politiche del “suo” governo. E il “leale” leader dell'opposizione di (ma non a) Sua maestà era riconosciuto come una figura di tutto rispetto, chiamato a Palazzo reale per discutere di politica e di diritto.
Londra. Dai primi anni dell'Ottocento nel Regno Unito esiste il concetto dell'opposizione ufficiale al governo, il cosiddetto governo ombra, che viene riconosciuto dalle istituzioni con la stessa formalità riservata all'esecutivo stesso. “His Majesty's Loyal Opposition” era la formula scelta per sottolineare che non si opponeva al sovrano come tale, ma soltanto alle politiche del “suo” governo. E il “leale” leader dell'opposizione di (ma non a) Sua maestà era riconosciuto come una figura di tutto rispetto, chiamato a Palazzo reale per discutere di politica e di diritto. Dal momento che la parte più potente del governo si chiamava il gabinetto, si è sviluppato nei decenni successivi il concetto dell'“Official Loyal Opposition Shadow Cabinet”, con i migliori membri del principale partito all'opposizione chiamati dal loro leader per seguire da vicino le azioni e le proposte del loro “shadow”, con molta attenzione alla capacità dello “sfidante” di interagire, in modo polemico e utile, con il ministro in carica. Quando il leader dei Tory, David Cameron, ha scelto il suo amico George Osborne come shadow Chancellor, “l'ombra” dell'allora cancelliere dello Scacchiere Gordon Brown, si temeva non tanto per la sua capacità di capire le complessità dell'economia e del fisco, quanto per l'abilità nel mettere in difficoltà Brown al “Dispatch Box”, il serratissimo faccia a faccia alla Camera dei comuni. Tradizione infatti vuole che gli “shadow minister” possano interrogare soltanto il loro “opposite number”, a meno che questi non sia assente. Il governo ombra è composto da non più di venti persone. Soltanto il leader dell'opposizione e l'“Opposition Chief Whip” – che non è tanto il capogruppo quanto piuttosto un aguzzino che terrorizza i deputati ribelli, pigri o distratti – sono ufficialmente remunerati. Non tutti i membri del “Front bench”, i parlamentari che hanno il diritto di sedersi, su nomina del leader, in prima fila a Westminster, sono ministri del governo ombra. E come per il Question Time per il primo ministro – quando cioè, una volta a settimana, il capo dell'opposizione (e ora da qualche legislatura, anche il leader dei Lib Dems) interroga il premier con un massimo di sei domande a sorpresa – anche i vari ministri ombra hanno il diritto di interrogare il “loro” ministro. Non saper rispondere in modo esauriente alle domande del ministro ombra significa perdere credibilità, a volte persino il posto nel governo. Esiste anche nella Camera alta la stessa disposizione, sebbene il tono delle domande (e delle risposte) sia generalmente più cortese. Fuori delle vivaci polemiche parlamentari, ci sono anche livelli di cooperazione ufficiale fra il ministro e il ministro ombra, per poter permettere al secondo di monitorare o vigilare la buona condotta del primo. Per lo stesso motivo, anche nei consigli municipali e regionali del Regno Unito esiste un “governo ombra” con poteri e mansioni paragonabili a quelli parlamentari.
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