L'Arcobaleno dell'Anno zero

Travaglio nella sinistra tra Manifesto e Liberazione

Salvatore Merlo

Non si capisce se parteggiano per Nichi Vendola o per Paolo Ferrero, ma una cosa è certa: entrambi i quotidiani comunisti, Il Manifesto e Liberazione, forse spaesati dalla contesa lacerante tra i due leader rossi, si ritrovano nella simpatia a Marco Travaglio. Oggi il Manifesto di Gabriele Polo  pubblica in prima pagina un pezzo di Nichi Vendola, mentre Piero Sansonetti, su Liberazione, regala una pagina a Ferrero.

    Non si capisce se parteggiano per Nichi Vendola o per Paolo Ferrero, ma una cosa è certa: entrambi i quotidiani comunisti, Il Manifesto e Liberazione, forse spaesati dalla contesa lacerante tra i due leader rossi, si ritrovano nella simpatia a Marco Travaglio. Oggi il Manifesto di Gabriele Polo pubblica in prima pagina un pezzo di Nichi Vendola, mentre Piero Sansonetti, su Liberazione, regala una pagina a Ferrero. Ma entrambi intervistano un Travaglio che maramaldeggia così (su Liberazione): “Anche se Schifani non avesse mai incontrato Mandalà resta sempre una vergogna che sia presidente del Senato”. Ecco. Se non ne conoscessimo le simpatie, verrebbe da dire che Liberazione sta con l'ex ministro Valdese mente l'integrale Polo sta con il sognatore Vendola. Ma la verità è nota, Polo è amico e concittadino di Ferrero mentre Sansonetti è più bertinottiano di Bertinotti stesso. Ma allora perché questa apparente inversione delle parti? Il fatto è che Liberazione ha pubblicato talmente tante interviste bertinottiane che ieri al direttore è stato fatto notare – da un lettore – che forse non dovrebbe far pendere troppo la bilancia del giornale verso uno dei duellanti. Detto fatto, intervista a Ferrero con mega foto, una delle rare – tra l'altro – in cui si vede lo schivo e serioso Ferrero sorridere. Tutto vero, ma Travaglio? Finito l'iddillio con Repubblica, ed essendo Antonio Padellaro prossimo a lasciare l'Unità (ormai da mesi, per la verità), chissà che il cronista antiberlusconiano (e di destra) non ceda alle avances e passi ai meno adeguati compensi dei giornali de sinistra.

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.