Quando l'amore non è roba da donne

Annalena Benini

"L'amore non ha un perché, l'amore è il perché”. Nessun uomo al mondo, tranne quelli che per vivere scrivono canzoni, pronuncerebbe mai una frase così. Massimo Gramellini, vicedirettore e Buongiorno della Stampa, è l'eccezione assoluta: un uomo che parla d'amore, l'uomo della Posta del cuore (in dieci anni Gramellini ha riempito cinque grandi armadi di verissime lettere, fax, solite disperazioni e grandi follie, corna scoperte, corna sognate, passioni mai ricambiate, matrimoni felici e matrimoni falliti, malinconie, colpi di fulmine, figli, angosce, noia e felicità: tutta la vita in una lettera, tutte le vite in quegli armadi).

    "L'amore non ha un perché, l'amore è il perché”. Nessun uomo al mondo, tranne quelli che per vivere scrivono canzoni, pronuncerebbe mai una frase così. Massimo Gramellini, vicedirettore e Buongiorno della Stampa, è l'eccezione assoluta: un uomo che parla d'amore, l'uomo della Posta del cuore (in dieci anni Gramellini ha riempito cinque grandi armadi di verissime lettere, fax, solite disperazioni e grandi follie, corna scoperte, corna sognate, passioni mai ricambiate, matrimoni felici e matrimoni falliti, malinconie, colpi di fulmine, figli, angosce, noia e felicità: tutta la vita in una lettera, tutte le vite in quegli armadi). Ora la sua posta, è diventata un libro (“Cuori allo specchio”, edizioni Longanesi) ed è la grande storia commentata dei tuffi al cuore. Quelli di una ragazza in crisi con il fidanzato che si innamora a Ferragosto di un tizio, si promettono amore eterno in spiaggia, ascoltano Baglioni e pensano al futuro, poi lui va da lei in città, disposto a trasferirsi per sempre, ma è “vestito come Totò”, ha un tic al naso, è rigido, insulso e puff, il tuffo al cuore è già passato e per fortuna lui riparte il giorno dopo. Succede sempre, succede a tutti, i fidanzati delle vacanze sono ontologicamente incompatibili con la vita urbana. Ma quel che conta è il tuffo al cuore, è avere qualcosa da scrivere alle tre del mattino a una posta amorosa, e quelli che non hanno tuffi tra le mani sono disposti a inventarseli e a romanzarli, come un quarantenne combattuto tra la giovane fidanzata con piercing, magliette corte e un'aquila tatuata sulla spalla sinistra, e la perfetta vicina di casa ben vestita e intellettuale che un giorno lo bacia all'improvviso sul pianerottolo e lo invita ad entrare per tutta la notte (guarda caso, la piercing è fuori città per lavoro). E ovviamente entrambe lo amano, entrambe lo vogliono per sempre, nessuna nel frattempo lo ha ucciso o gravemente ferito e lui dopo due anni di doppia vita non sa proprio chi scegliere. Ognuno ha diritto a un romanzo d'amore, e Gramellini nelle risposte lo concede a tutti, prendendo in giro sempre e soltanto se stesso: per consolare un diciottenne disperato perché incapace di rimorchiare, ha raccontato le proprie fallimentari regole di abbordaggio alle feste dell'adolescenza: “a) ballare da solo in mezzo alla pista con movenze animalesche, dimenando le mani e la testa (all'epoca assai capelluta); b) manifestare un interesse smodato per le ragazzine di cui non mi importava niente e ignorare l'unica che mi piaceva, in modo da accrescere la sensazione di inafferrabilità che costituisce la premessa di ogni conquista; c) sublimare i punti a) e b) andando a dimenarmi nei paraggi della ragazzina che mi piaceva, ma avendo cura di voltarle le spalle oppure di guardare verso un punto imprecisato del muro”.
    L'amore è roba da donne, si sa, e allora gli uomini nasconderanno questo libro alla cassa dietro qualche saggio di storia medievale, si chiederanno pubblicamente chi sia tanto pazzo da raccontare a un giornale i propri disastri sentimentali, faranno la faccia di quelli che la sanno lunga e diranno: ma sono finte,  se le inventano, lo sanno tutti, poi correranno in bagno a controllare se Gramellini ha infilato nelle centouno lettere salvate anche quella di tre anni fa, quando erano innamorati pazzi della vicina di scrivania che non se li filava mai, non sapevano come uscirne e avevano pensato di licenziarsi per fuggire da quel tuffo al cuore quotidiano (sì, c'è, sta nella sezione “Amore non ricambiato”). Qualche signore molto virile ha anche fatto sapere alla Posta del cuore che “scrivere a una rubrica è roba da finocchi o per gente molto sola”, poi ha chiesto di essere messo in contatto con i Matia Bazar, altri hanno mandato a Gramellini la partecipazione di nozze, un marito gli ha svelato il segreto di un matrimonio lungo e felice: due bagni e due televisori. Perché di questo si vive, e di poco altro ancora: amore tradito, amore sospeso, amore finito, amore sfinente, amore pericoloso, amore eterno.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.