Hornby racconta la vita giovane e inguaiata
Tutto per una ragazza
"E' semplicemente una famiglia, no?”. E' semplicemente una famiglia, quando la mamma ha sedici anni, il padre anche ed è arrivato in ospedale sullo skate, la nonna trentadue e da pochi minuti ha avuto un altro bambino, “una famiglia in cui tutti hanno l'età sbagliata”, certo, ma non va così male e il futuro visto da dentro è molto meglio del futuro immaginato quando si dice: non fare come me, non rovinarti la vita, stai attento. E' “Tutto per una ragazza”, di Nick Hornby, uscito da poco per Guanda, storia dolce di giovani adulti con l'iPod e il porta enfant, disperazioni da Starbuck's e decisioni da grandi.
"E' semplicemente una famiglia, no?”. E' semplicemente una famiglia, quando la mamma ha sedici anni, il padre anche ed è arrivato in ospedale sullo skate, la nonna trentadue e da pochi minuti ha avuto un altro bambino, “una famiglia in cui tutti hanno l'età sbagliata”, certo, ma non va così male e il futuro visto da dentro è molto meglio del futuro immaginato quando si dice: non fare come me, non rovinarti la vita, stai attento. E' “Tutto per una ragazza”, di Nick Hornby, uscito da poco per Guanda, storia dolce di giovani adulti con l'iPod e il porta enfant, disperazioni da Starbuck's e decisioni da grandi. Sam si è innamorato di Alicia, “aveva – ha ancora – due occhi grigi grandi così, che più di una volta mi hanno procurato un vero e proprio dolore fisico, più o meno qui, tra la gola e il petto. E ha questi capelli biondo chiaro che sono sempre incasinati e stupendi nello stesso tempo”. Fanno l'amore rubando un preservativo nella stanza dei genitori di lei, parlano di musica e di compagni di scuola, si baciano al parco, “in quelle settimane era già abbastanza brutto svegliarsi la mattina e sapere che non l'avrei vista fino a dopo la scuola. Era come strapparsi le unghie una a una”, poi Sam si stanca un po', amore che viene amore che vai, a sedici anni c'è un'aspettativa di circa sessant'anni di ragazze bionde da cui farsi spezzare il cuore. Ma sedici anni è anche il momento di combinare un bel casino, infatti Alicia è incinta. E la giovane madre di Sam (gli amici adolescenti del figlio morivano dalla voglia di invitarla a uscire) gli diceva sempre, con allegria: averti a quell'età è stata la più grande cazzata della mia vita, anche se subito dopo andavano al Pizza Express e al cinema, però assolutamente non a vedere “Brokeback Mountain” perché “se no domani a scuola mi massacrano” (“Ti massacrano se vai a vedere un film che parla di cow boy gay?” “Sì. Perché sarei andato a vederlo? La risposta è una sola, no?”). E' una famiglia, ma quando accade fa talmente paura, si piange e si scappa (i genitori radical chic della ragazza non aiutano: “Ci odi? E' questo il problema?”, chiede la madre colta alla figlia che vuole tenere il bambino). E il poster appeso in camera di Tony Hawks, il campione di skate a cui Sam racconta tutti i problemi, non ha più risposte. Le risposte poi arrivano, ma mai tutte insieme, mai tutte subito, e ne manca sempre qualcuna, allora bisogna aspettare di vivere il futuro per dare i voti alla propria vita, guardare le cazzate fatte e provare anche un po' di tenerezza. Cose imparate, tra le altre: quando una ragazza partorisce non vuole ascoltare “Sexy Back” di Justin Timberlake (“nessuno vuole sentire parlare di sesso mentre sta partorendo, esattamente come nessuno vuole vedere la pubblicità di McDonald's quando sta vomitando”); dormire vicino a un bimbo che rumoreggia nel sonno rende più quieta la stanza; cambiare i pannolini non è così complicato; far addormentare due bambini insieme nemmeno; amarsi per sempre è quasi impossibile; la vita che arriva non è mai quella che avevi in mente; infine, saggezza del nonno trentenne: niente di meglio di un bambino, per rimorchiare.
Il Foglio sportivo - in corpore sano