Il ministro ombra dell'ambiente Ermete Realacci

Claudio Cerasa

Ermete Realacci – occhialino azzurro modello Franco Califano, spilletta verde Lega Ambiente, giacchetta di velluto anche nelle occasioni in cui gli altri, quelli che però non hanno stile, gli dicono: “Ermete, e che cazzo, una cravattina qui non guasterebbe” – è uno dei ministri più simpatici del loft e, anche se viene considerato un personaggio un po' folcloristico, Realacci ha invece in mano un potere non indifferente.

    Ermete Realacci – occhialino azzurro modello Franco Califano, spilletta verde Lega Ambiente, giacchetta di velluto anche nelle occasioni in cui gli altri, quelli che però non hanno stile, gli dicono: “Ermete, e che cazzo, una cravattina qui non guasterebbe” – è uno dei ministri più simpatici del loft e, anche se viene considerato un personaggio un po' folcloristico, Realacci ha invece in mano un potere non indifferente. Perché è vero che non è facile trovare un ambientalista che in estate non riesce proprio a rinunciare alle gare di pesca subacquea; ed è vero che fu Realacci a definire “incredibile” e “straordinaria” quella rimonta del Pd che poi proprio straordinaria non fu alle ultime elezioni. Ma come tutte le pedine che un po' pesano nel Pd, e Realacci pesa eccome, anche Ermete è a capo di una piccola fondazione di cui, in un modo o in un altro, fanno parte anche Diego Della Valle, Carlo De Benedetti e Alessandro Profumo. Proprio così. Perché gli altri saranno anche ItalianiEuropei, gli altri saranno anche special members dei magnifici Aspen institute, e Realcci invece no: lui è numero uno di una fondazione che si chiama Symbola e che come obiettivo non ha quello di creare “nuove strutture legate al Pd”, ma quello di “costruire un orizzonte della qualità e di uno sviluppo sano e duraturo”. Parole che dette così magari faranno anche un po' sorridere, ma intanto provateci voi a scrivere un libro che non si limiti solo alla pur fondamentale scoperta dell'alba e provateci voi, poi, a farvi presentare quel libricino lì dalla tessera numero 1 del vostro partito.

    Leggi il ritratto di Vincenzo Cerami scritto da Marianna Rizzini

    Leggi il ritratto di Sergio Chiamparino scritto da Piero Vietti

    Leggi il ritratto di Piero Fassino scritto da Daniele Bellasio

    Leggi il ritratto di Beppe Fioroni scritto da Alessandro Giuli

    Leggi il ritratto di Enrico Letta scritto da Salvatore Merlo

    Leggi il ritratto di Giovanna Melandri scritto da Annalena Benini

    Leggi il ritratto di Pina Picierno scritto da Diana Zuncheddu

     

    Torna in home page

     

     

    • Claudio Cerasa Direttore
    • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.