Lo statista tace

Annalena Benini

Il serio silenzio del Cav. è la grande novità estiva del governo: Silvio Berlusconi, premier sinceramente iperbolico, adesso tace e anzi disconosce pubblicamente e per sempre tutti quei fra virgolette che ogni giorno gli vengono attribuiti, perché “quando il presidente del Consiglio ha intenzione di dichiarare lo fa in maniera precisa e puntuale”, hanno detto a Palazzo Chigi. Niente frasette qua e là, niente pacche sulle spalle, niente dichiarazioni sotto casa ai giornalisti in attesa travestiti da fioriere, niente varietà improvvisati in mezzo alla strada.

    Il serio silenzio del Cav. è la grande novità estiva del governo: Silvio Berlusconi, premier sinceramente iperbolico, adesso tace e anzi disconosce pubblicamente e per sempre tutti quei fra virgolette che ogni giorno gli vengono attribuiti, perché “quando il presidente del Consiglio ha intenzione di dichiarare lo fa in maniera precisa e puntuale”, hanno detto a Palazzo Chigi. Niente frasette qua e là, niente pacche sulle spalle, niente dichiarazioni sotto casa ai giornalisti in attesa travestiti da fioriere, niente varietà improvvisati in mezzo alla strada, con il Cav. che si appoggia sorridendo ai body guard per chiacchierare meglio (qualche giorno fa, uscendo da Palazzo Grazioli, ai soliti appostati ha detto, abbassando il finestrino dell'auto: “Basta, non parlo più”, e loro, affranti: “Ma, presidente, e noi che facciamo?”; “Beh, cambiate mestiere”). E' la fine, è la metamorfosi completa di Berlusconi in uno statista, un signore molto occupato che parla solo istituzionalmente, concentrato, come ha detto Claudio Scajola, “in un silenzio operoso”. Ha sgridato i deputati vacanzieri, ha annullato perfino la cena con Margaret Thatcher, lo si può immaginare sempre a capo chino sulle carte, completamente convertito alla perfezione del giannilettismo. Sì, ha mandato un bigliettino gentile e in bella calligrafia a due deputate adoranti, è uscito a comprare braccialetti di pietre dure per farne portatovaglioli a una cena con signore, ha tirato un po' sul prezzo e ha stretto mani sorridendo, ma senza battute, senza barzellette, senza le corna nelle fotografie, senza Massimo Cacciari, senza bandane e senza quelle gaffe meravigliose che hanno movimentato e scandalizzato le altre legislature.

    Nessuna gaffe, nessun cribbio
    Gli rinfacciavano mondialmente quell'aria spettacolar milanese, schifavano l'immagine da icona pop, e adesso in un lampo Berlusconi ha stupito di nuovo tutti, trasformandosi nel perfetto premier in grisaglia: grandi, serissimi discorsi e nessuna seduzione quotidiana, nessun eccesso, nessuno sberleffo, nessun cribbio. E' impegnato a salvare il paese, certo, non ha tempo per le sciocchezze, ed è diventato quello che gli rimproverano di non essere, un politico professionale. Uno che sa quando è il momento di parlare, e per il resto tace. Bellissimo, bravissimo, un genio anche stavolta, ma Silvio Berlusconi è ontologicamente il Cav., quindi magari poi non resiste, non dura, dichiara: insomma tutti sperano di ricominciare, almeno ogni tanto, a divertirsi.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.