Il ministro ombra per l'amministrazione pubblica Linda Lanzillotta

Costanza D'Anzieri

    Vero nome Belinda, sposata Bassanini. Molti la mettono in confronto a Letizia Moratti, alta, austera ed elegante, una donna che non sa di sinistra, troppo efficiente e concreta. Linda Lanzillotta è calabrese, nata in provincia di Cosenza il giorno prima dell'ingresso delle truppe americane nella capitale. E' nipote di Giuseppe Carbone, ideologicamente vicino a Giolitti. Politicamente si è fatta le ossa con Giuliano Amato. E' poi stata precettata per due volte nella giunta romana di Francesco Rutelli per diventare poi una del suo clan. “Cerco di occuparmi di cose di cui si occupano anche gli uomini”, dice. Il ruolo da ministro agli Affari regionali gli è valso la fama di persona che punta ai risultati. La sua fissa sono i servizi pubblici locali, anche se il suo progetto di riforma non è mai arrivato al dunque: due volte ha provato a inserirlo in Finanziaria, due volte è stato scartato. Per un anno è mezzo è rimasto fermo al Senato, osteggiato dai sindaci. Una voce leggera, ma severa, senza cadenza, dizione perfetta. Quando punta lo sguardo ci si sente un po' in soggezione, è come quello di una madre severa. Ma anche moglie. Quella volta nelle Marche, a un convegno organizzato da Ermete Realacci, lei era oratrice e Franco spettatore. Dal palco alla prima fila gli sms si potevano respirare nell'aria.