E se tra dieci anni Beppe Baresi allenasse il Manchester United?

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Beppe Di Corrado

Sarà a metà di Italia-Romania, con gli azzurri in difficoltà contro una delle squadre più belle di questo Europeo, che entrerà in campo lui (che non voglio nominare). Non è detto che segnerà. Di sicuro da quel momento sarà titolare fisso, là davanti, fino alla fine del torneo. Lui e Pirlo saranno gli uomini in più di Donadoni. Pirlo perché arriva dal campionato più brutto della sua carriera eppure è tutto quello che uno dovrebbe essere quando gioca a calcio. L'altro perché se gioca come quest'anno fa impazzire, divertire, incazzare.

    Sarà a metà di Italia-Romania, con gli azzurri in difficoltà contro una delle squadre più belle di questo Europeo, che entrerà in campo lui (che non voglio nominare). Non è detto che segnerà. Di sicuro da quel momento sarà titolare fisso, là davanti, fino alla fine del torneo. Lui e Pirlo saranno gli uomini in più di Donadoni. Pirlo perché arriva dal campionato più brutto della sua carriera eppure è tutto quello che uno dovrebbe essere quando gioca a calcio. L'altro perché se gioca come quest'anno fa impazzire, divertire, incazzare. Perché è il calcio, l'unico in grado di stupire facendo qualunque cosa. Anche se prima non l'aveva mai fatta. Come calciare una punizione da venticinque metri e metterla al sette. Attorno a Luca Toni c'è la curiosità di vedere se diventerà bomber anche in azzurro; Panucci sarà una sorpresa: ha avuto la forza di tornare in un giro che non era più suo e sa fare gol. Vista la difesa che giocherà titolare non è da sottovalutare. Di Natale è forte ed è un campione vero: ma in quel ruolo deve giocare Cassano. Ecco, l'ho detto. E penso che sarà decisivo contro la Romania perché la squadra di Mutu (sarà per l'ossessione da pacchetto sicurezza) è quella più forte del girone. L'Olanda infatti pagherà come già altre volte nella sua storia il ricambio generazionale: van Nistelroy e van Persie sono due anime che faranno fatica a convivere. Della Francia invece è giusto avere sempre paura, ma essendo gli stessi giocatori del Mondiale con due ragazzini in più sono molto più scarsi dell'Italia.
    L'Europeo è sempre stato un campionato più bello e divertente del Mondiale: con poche squadre si fa subito sul serio e si evitano partite inutili tipo Arabia Saudita-Cina. Questa volta però l'impressione a pochi giorni dal via è che si giochi una competizione un po' da straccioni. Ma è ovvio che dal sette giugno il giudizio sarà molto diverso. Certo, manca l'Inghilterra, che è la nazionale da guardare se ci si vuole divertire, ma c'è la Spagna di Villa e Torres. Hanno un campionato divertente ed essendo spesso stati sfortunati meriterebbero gloria almeno una volta. Poi non c'è più Raul, quindi potrebbero finalmente essere pronti al grande salto di qualità. Perché Raul è sempre stato troppo ingombrante: se c'è deve giocare. E' come con Baggio: il problema non era lui, ma i baggisti. In Spagna il problema erano i raulisti. Potrebbe così essere l'occasione di Torres, che è un giocatore ancora da capire, anche se un bambino viziato che arriva in Premier League e segna come ha fatto lui forte lo è per forza. Certo non come Cristiano Ronaldo, che sarà il giocatore da seguire, anche se il Portogallo rischia di ridursi troppo al fenomeno del Manchester. In difesa sono scarsi: altra cosa la squadra con Rui Costa e Figo in campo, anche se non segnava nemmeno a porta vuota. La squadra più simpatica è la Svizzera, potrebbe essere una sorpresa, mentre la speranza è che la Grecia venga sbattuta fuori subito per eccesso di gioco scandaloso. Potrebbe poi essere la volta che la Germania cominci a giocare bene nonostante la squadra oscena che si ritrova. Se il nuovo allenatore Joachim Löw, ex vice sconosciuto di Klinsmann, ce la facesse sovvertirà il famoso detto per cui il calcio è uno sport in cui gli altri giocano e la Germania vince: e a quel punto saranno eliminati subito.

    Seduto accanto al migliore
    Nel frattempo José Mourinho starà lavorando alla nuova Inter con cui vuole vincere tutto. Nell'ultimo mese molti si sono ritrovati manciniani, nel senso di realisti: come negare che lo scudetto lo ha vinto proprio Roberto Mancini, in grado di gestire negli ultimi sei mesi un'Inter molto inferiore a tutte le precedenti. Ma l'arrivo di Mourinho ha cancellato ogni scetticismo sulla vicenda. L'ex mister del Chelsea è come lo ricordavamo: duro, palluto, farà divertire. Darà filo da torcere anche ai giornalisti che seguono tradizionalmente l'Inter, che sono i più cattivi di sempre. E poi c'è lui, Beppe Baresi, ora viceallenatore di uno dei più grandi uomini di panchina del mondo. Beppe è il fratello sfigato di uno con l'aria da sfigato: se uno ci pensa nemmeno ricorda quando ha smesso di giocare, è come una foto sbiadita che non si sa più dov'è stata messa. Nessuno sa cos'ha fatto dopo aver lasciato il calcio. E adesso è lì, quasi come lo stesso José Mourinho che arrivò al Barcellona per fare il traduttore di Robson e ne divenne il vice. E poi divenne Mourinho. Beppe Baresi è l'Inter tanto quanto Franco Baresi è il Milan. Con Zenga e Bergomi, Beppe rappresenta cento anni di una storia senza i fuochi d'artificio immaginifici dei cugini rossoneri. Ora siede accanto al migliore. Forse tra dieci anni sarà sulla panchina del Manchester United e il suo nome farà la stessa impressione di quello del nuovo mister nerazzurro.