Quinto di una serie di articoli

Vi fareste governare da Obama? /5

Flavia Perina

La raccontano come una sfida titanica, ma la vittoria di Barack Obama era già scritta da un pezzo. Nero, giovane, outsider, ballerino, contro bianca, ultrasessantenne, potentissima moglie di ex potente: per chi avrebbe votato Lisa Simpson? La risposta era scontata. E i fanatici della serie tv che meglio interpreta gli umori profondi della società americana potrebbero aggiungere dettagli rivelatori.

    La raccontano come una sfida titanica, ma la vittoria di Barack Obama era già scritta da un pezzo. Nero, giovane, outsider, ballerino, contro bianca, ultrasessantenne, potentissima moglie di ex potente: per chi avrebbe votato Lisa Simpson? La risposta era scontata. E i fanatici della serie tv che meglio interpreta gli umori profondi della società americana potrebbero aggiungere dettagli rivelatori. Raccontando ad esempio di quando (una decina di anni fa) la Clinton debuttò nel cartoon come icona del vorrei ma non posso femminista. Siamo nella quinta serie, a cavallo del 1995. “La saggezza di Hillary Clinton” è la principale qualità di una specie di Barbie per bambine intelligenti immessa sul mercato per contrastare i modelli bella-e-stupida delle bambole normalmente in commercio. La Barbie saggia (battezzata “Lionheart”, Cuordileone) fa furore per qualche giorno, poi la casa produttrice sforna un nuovo modello, meno dotato intellettualmente ma con un fantastico cappellino, e Hillary finisce a impolverarsi nei magazzini.
    La morale è ovviamente maschilista, ma non è questo il tema da indagare per dare un giudizio sulla sconfitta della signora Clinton, titolato campione dinastico che fino al supermartedì ha fatto di tutto per far dimenticare il suo sesso e proporsi come l'androgino erede di una consolidata tradizione di potere. Le lacrime, sono venute dopo. Insieme alla polemica abilmente pilotata sulle rughe e sulla crudeltà di una società che giudica “vecchi” i segni dell'età sul volto delle donne e “interessanti” le zampe di gallina intorno agli occhi di un uomo. Sono stati gli estremi tentativi di raddrizzare la campagna, rompendo il tabù che fino a pochi giorni prima circondava le suggestioni della candidatura “rosa”. Come si è visto, non è bastato.

    A Hillary in definitiva è mancato il coraggio di rivendicare fino in fondo il tema del “woman's power”, della donna-presidente, sacrificandolo ai ma-anchismi che anche al di là dell'oceano (anzi, soprattutto lì) sono il dato fondante della politica d'alto bordo. Obama la sua carta, la carta del “primo presidente nero”, invece se l'è giocata, eccome, toccando con abilità corde subliminali della sua cultura di riferimento, a cominciare dalla celebrata capacità di ballerino, un dato che nessun “bianco” giudicherebbe rilevante.
    La bambola saggia finirà in magazzino? O si riciclerà come matriarca di un bizzarro ticket col giovane leone? Le vie del sistema americano sono infinite, ma certo sarebbe deludente vedere una come Hillary accontentarsi di fare il numero due, un ruolo che non ha mai accettato nemmeno quando era “soltanto” la moglie del presidente. E' in ottima salute, è belloccia, è ricca, è titolare di un nome che conta, è stata per otto anni regina della Casa Bianca, ora ha un'ultima e ottima occasione per dare una lezione libertaria alle donne americane ed europee: mandare tutti a quel paese e rifiutare il ruolo ancillare che le propongono. Se si è donne, si può vivere anche senza potere, si può vivere anche senza politica, facendo altro con impegno e spensieratezza, senza condannarsi per tutta la vita a stirare le camicie di un Bill o di un Barack pur di sentirsi “qualcuno”.
    Con un addio alla scena da gran signora, Hillary potrebbe trasformarsi in ciò che non ha voluto essere per il lunghissimo iter di queste primarie: un campione e un modello per le donne, icona della libera scelta e della superiorità “antropologica” del genere femminile, che ha sempre un'uscita di sicurezza in più, rispetto agli uomini, dagli insuccessi della vita. Non ci sto, ho altro da pensare, i figli, la casa, il volontariato, i progetti, i viaggi, e poi le amiche e la voglia di una serata tranquilla, leggendo e guardando la tv. Non mi va, ho mal di testa, deve arrivare l'idraulico, non ho niente da mettermi. All'America pensaci tu, caro, che io sono stanca.