Proposta liberale con soluzione comunista

Le coop del sesso, il coup de théâtre del ministro Carfagna

Stefano Di Michele

Mara Carfagna – una sorta di Angelina Jolie governativa – a livello istituzionale sta dando delle soddisfazioni. Se Striscia la notizia l'ha sfottuta per settimane rimandando i suoi (non memorabili) provini televisivi, se i trans copiano il suo look e se al Gay pride innalzano il suo antico calendario e ne ricreano le pose – in particolare quella denominata Lussuria, pazienza: è il successo dell'eccesso estetico.

    Mara Carfagna – una sorta di Angelina Jolie governativa – a livello istituzionale sta dando delle soddisfazioni. Se Striscia la notizia l'ha sfottuta per settimane rimandando i suoi (non memorabili) provini televisivi (nel canto, potrebbe risultare straziante persino alle orecchie di Mariano Apicella), se i trans copiano il suo look (tutto successo) e se al Gay pride innalzano il suo antico calendario (pur se il prodotto, nel contesto, incontrava un minoritario interesse) e ne ricreano le pose – in particolare quella denominata Lussuria, pazienza: è il successo dell'eccesso estetico. La ministra più bella del mondo – come con grande saggezza è stato detto, la meglio brunetta ministeriale, altro che Renato – ha pensieri arditi e proposte ardenti. Come, per esempio, quella sulle prostitute. A un certo punto, non si sa perché, tra il criminale e il clandestino, è sbucata pure la battona – magari mentre ci si muoveva tra il buon padre di famiglia e il cliente. E così, è cominciato un surreale (ovviamente metaforico) tira e molla su cosa fare e dove mettere la prostituta – dai pattuglioni dei mariti morigerati (i mejo, dicono i trans) agli eros center del ministro Maroni. Ma Mara – da donna a donna, e persino da donna a trans – non si è fatta suggestionare dalle proposte più spicce, e anzi “cacciare le lucciole è un errore”. Così ieri, su Repubblica, ha avanzato la sua proposta: cooperative del sesso. Qui sta la tempra di Mara: non solo ha indirettamente bacchettato i benpensanti, ma ha proposto pure una soluzione (la coop) che al Cav. sa di comunismo lontano un miglio: da liberale, certo non si fa spaventare dal fervore operativo, piuttosto dalla formula organizzativa. Qui sta tutto l'azzardo di Mara – “non mi piango addosso e vado avanti” – che dopo aver chiesto “sobrietà” per il corteo del gay pride, la stessa “sobrietà” chiederebbe, fa sapere, a sua figlia se fosse gay.

    L'ingiusto tentativo di provare ogni volta a sbatterla addosso a un muro, nelle dodici pose del calendario di Max, manco fosse consolazione solo per camionisti e gommisti – lo è pure per un briciolo di buonsenso in un esecutivo con qualche vagante assatanato benpensante. La storia delle cooperative – una donna può decidere anche liberamente di darla a pagamento (e mano durissima con sfruttatori di donne, e minorenni in particolare) e decidere di farlo nella forma organizzativa più avanzata, una cosa tanto temeraria che, per dire, neanche W. che sta trascorrendo i suoi giorni un po' mesti in adunate socialdemocratiche, oserebbe parlarne. Sarebbe bello, un giorno, anche una lega coop delle signore ora disgraziatamente instradate – son la prostituta, son la sfruttata, son la proletaria che giammai tremò: in fondo, anche così non suona male. Si dovranno trovare apposite parole d'ordine, che certo gli antichi slogan mica vanno sempre bene. Per esempio: la coop sei tu/ chi può darti di più, ora onestamente pare piuttosto riduttivo, disgraziatamente onanistico rispetto all'offerta di mercato. Ma Mara – con impeccabili gonne al ginocchio, con giacche che esaltano il girovita, col tacco moderato e il capello modellato – sempre più pare la ministra eccellente, di vago bacchettonismo, diciamo: lo stretto necessario, la ministra che ogni elettore vorrebbe reincontrare e ogni scorta, al caso, scortare. A un certo punto dicono al ministro che i clienti delle prostitute – in versione classica e, ancora di più, in versione trans – sono nove milioni al mese (uno sproposito), l'80 per cento sposati. Più di sette milioni di padri di famiglia a mignotte? “Lo sfaldamento dei nuclei familiari”, mormora Mara. Che poi, chiamalo sfaldamento! Più che la coop, qui forse già urge il soviet.

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