Il governo approva il ddl sulle intercettazioni. E' l'ultimo capitolo del travagliato confronto tra il premier e alcune procure
Il giudice e il Cavaliere. Il nuovo rapporto tra politica e magistratura visto dal Foglio
Oggi il governo ha varato il ddl che regolamenta il ricorso alle intercettazioni telefoniche, il testo sarà discusso dal Parlamento seguendo il precetto di “larghe intese” auspicato dal presidente della Repubblica e sostenuto – seppur con qualche scricchiolio – dal CaW. E' in qualche modo l'ultimo capitolo del travagliato rapporto tra il Cavaliere e alcune procure. Una storia che comincia nel 1994 e che adesso, agli albori del quarto governo Berlusconi, rivela delle novità.
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Oggi il governo ha varato il ddl che regolamenta il ricorso alle intercettazioni telefoniche, il testo sarà discusso dal Parlamento seguendo il precetto di “larghe intese” auspicato dal presidente della Repubblica e sostenuto – seppur con qualche scricchiolio – dal CaW. La Lega ha preteso e ottenuto l'allargamento delle fattispecie per le quali le intercettazioni telefoniche saranno permesse: vengono compresi i reati di concussione e corruzione. Il provvedimento, che nelle speranze di Berlusconi deve viaggiare spedito lungo l'iter parlamentare, è arrivato a ridosso dell'arresto di venticinque persone coinvolte nella gestione dell'emergenza rifiuti a Napoli. Un'inchiesta basata in gran parte sullo strumento delle intercettazioni e sostenuta dall'inevitabile pubblicazione delle telefonate sui quotidiani. L'idea di una “stretta” si dice non fosse nuova nella mente del Cav. ma avrebbe subìto un'accelerazione proprio nel giorno in cui venivano rese pubbliche le conversazioni del sottosegretario all'emergenza rifiuti, Guido Bertolaso. Tra il 27 e il 28 maggio scorsi. E' in qualche modo l'ultimo capitolo del travagliato rapporto tra il Cavaliere e alcune procure. Una storia che comincia nel 1994 e che adesso, agli albori del quarto governo Berlusconi, rivela delle novità. E' inedita la strategia del Cav., che affida la pratica “Giustizia” alla coppia Alfano-Ghedini, ovvero al diplomatico politico siciliano e al duro avvocato veneto; colpiscono l'assenza di attacchi personali, la sostanziale pacatezza dei toni e la divisione che sembra caratterizzare la magistratura al suo interno. A minacciare l'equilibrio interno al governo (tra Lega e Pdl) ed esterno, tra maggioranza e opposizione, resta il così detto processo Mills: un procedimento destinato alla prescrizione, ma che potrebbe in primo grado non essere favorevole al Cavaliere.
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